Scopo dell’intestino crasso è principalmente quello di modificare i 500 ml o più di materiale fluido giornaliero versato in esso dal tenue in prodotti di rifiuto compatti da eliminare all’esterno.
Nel crasso i gas, i liquidi e le feci formate si muovono a diversa velocità. I gas scorrono rapidi, a 3-6 cm al secondo, i liquidi e le feci formate si muovono più lentamente influenzati da gravità e movimenti intestinali. Questi ultimi sono segmentari (favoriscono l’assorbimento di acqua e sali) e propulsivi (spingono in avanti il contenuto). Quando le feci giungono nel retto si attiva lo stimolo alla defecazione, l’ano è sotto controllo della volontà, quindi si possono momentaneamente trattenere o permetterne subito l’uscita.
Trattenere spesso e/o a lungo le feci è abitudine da proscrivere, poiché favorisce stipsi, infiammazione e cancro.
In merito alla notevole importanza del microbiota del Sistema PNEI nella corretta funzione e nel benessere del digerente è stato già scritto in: “Nutrizione e malattia” (vedi) del 2016. Non vi è il solo microbiota (comunità di batteri, virus, miceti) intestinale, ma anche quello della pelle, della bocca, genitale e del tratto respiratorio. Il microbiota è, per così dire, impronta biologica, cioè molti dei microrganismi che lo costituiscono sono gli stessi presenti nelle persone con cui si ha intimità fisica o vicinanza abituale (familiari, amici). Si stima che nell’intestino si trovino più di 10 mila miliardi di microrganismi, numero 10 volte superiore a quello delle cellule umane. Il microbiota interviene nel metabolismo, protegge da tossici, mutazioni, infezioni, infiammazione, favorisce il benessere mentale ed emotivo, per questo detto secondo cervello. La disbiosi o dismicrobismo cioè l’alterazione del microbiota può aversi soprattutto per stile di vita e alimentazione scorretti, comporta maggiore mortalità e malattia (patologie cardiovascolari, tumori, infiammazione, psicopatologie), può essere corretta intervenendo su dieta e stile di vita. I latti fermentati sono un buon ausilio per mantenere un sano microbiota, tuttavia non è opportuno abusarne.
Cancro colorettale (CRC)
Neoplasia comune nel genere umano, in entrambi i sessi, meno spesso nella donna, solitamente dopo i 40 anni, attualmente si riscontra una sua maggiore presenza al di sotto di tale età.
L’alimentazione influenza l’insorgenza del tumore. In merito si può affermare che un regolare consumo di latticini riduce il rischio, che le carni lavorate lo aumenta, che le carni non lavorate, indipendentemente dall’animale di origine, non sono propriamente cancerogene, ma lo possono divenire per la cottura (carne bruciata, alta temperatura), che un abituale ed eccessivo consumo di cibo a basso contenuto di grassi e zuccheri aumenta il rischio, che le fibre assunte in modo improprio possono risultare dannose e non avere quella pur modesta azione protettiva che viene a loro attribuita.
La costipazione o stipsi può favorire la formazione del tumore o esserne sintomo.
Premesso che probabilmente nessuna funzione corporea è più variabile della defecazione, si può definire la stipsi come: emissione faticosa e/o infrequente delle feci. Nelle società occidentali si considera normale una frequenza che varia da 2-3 al giorno a 2-3 alla settimana. Soggetti ansiosi con tratti ossessivo-compulsivi possono preoccuparsi in modo incongruo della defecazione, trascorrendo tempi lunghi in bagno o essere consumatori cronici di agenti ritenuti utili nel contrastare la stipsi. È certamente indicato in presenza di modificazioni dell’alvo attuare valutazione e accertamenti.
I diversi agenti usati nel trattamento della stipsi devono essere impiegati con prudenza. Loro effetti avversi sono possibili in particolare quando l’uso è cronico (gonfiore, crampi, malassorbimento di ferro, calcio, vitamine, farmaci, potassio basso, danni della mucosa intestinale, infiammazione cronica subclinica, disbiosi, tumori), l’abuso può giungere perfino a dare stipsi e formazione di fecalomi.
Come già affermato vi è un incremento del cancro in età inferiore ai 40 anni, anche tra i 40 e i 50 anni. È un paradosso in un periodo in cui vi è attenzione particolare alla forma fisica, soprattutto da parte delle generazioni recenti. È ragionevole pensare che vi sia qualcosa di sbagliato nell’alimentazione, è restrittiva, selettiva, sbilanciata cioè sostanzialmente carente e favorente l’infiammazione, fattori che favoriscono il tumore. In questo momento stupisce in particolare l’esortazione in termini salutistici all’ assunzione di proteine come integratori e ancor di più la loro presenza in acque, bevande, cibo della distribuzione commerciale generale
IL CRC può aversi per evoluzione maglina di un polipo. Il termine polipo indica qualsiasi formazione rilevata sopra una mucosa, è quindi aspecifico.
Sono adenomi i polipi intestinali che con maggiore probabilità possono andare incontro a malignità (polipi adenomatosi) distinti in sessili (ampia base) e peduncolati (hanno uno “stelo” che li unisce alla mucosa).
La sintomatologia del polipo è spesso muta, quando presente l’unico sintomo può essere l’emissione di sangue insieme alle feci o indipendentemente da esse o occulto (non apprezzabile alla vista).
Le emorroidi possono dar luogo a perdita di sangue e sviare la diagnosi di tumore (polipo, cancro), a volte possono manifestarsi come corollario di esso.
Di regola la diagnosi di polipo viene fatta tramite endoscopia che è anche procedura terapeutica (rimozione). Si attribuisce ad Aspirina e Cox 2 inibitori un’azione protettiva nei confronti dei polipi e del cancro.
Hanno carattere ereditario alcune condizioni che possono indurre cancro, sono la Poliposi familiare, la Sindrome di Peutz-Jeghers, la Sindrome di Gardner, la Sindrome di Turcot, la Sindrome di Lynch. Sono considerate condizioni predisponenti al cancro la colite ulcerosa e il morbo o malattia di Crohn, insieme definite come malattia infiammatoria intestinale, solo nel morbo di Crohn tuttavia può esservi interessamento dell’intestino tenue.
Il CRC nettamente più frequente è l’adenocarcinoma, la sua crescita è lenta, pertanto trascorre lungo tempo prima che dia sintomi. Si stima che nel 70% dei casi interessi il sigma e il retto, il cancro del retto è più frequente negli uomini. Solitamente unico, a volte è multicentrico (cancri sincroni).
I sintomi variano a seconda della sede del tumore.
Le neoplasie di cieco e colon ascendente, poiché in questi luoghi le feci sono relativamente liquide, possono divenire molto grandi senza dare segni. In genere ulcerate, causano perdita fecale ematica cronica senza apprezzabile mutazione dell’aspetto delle feci (sangue occulto). I sintomi possibili sono astenia, debolezza, palpitazione, anemia ferro-priva (per la diagnosi significativa). Poiché le feci divengono più concentrate man mano che scorrono nel colon trasverso e discendente in queste sedi il tumore tende ad impedirne il passaggio dando luogo a dolore addominale crampiforme, stipsi alternata a una aumentata frequenza della defecazione o a diarrea, può esservi emissione di sangue solitamente commisto alle feci. Le neoplasie del sigma e del retto danno luogo a sanguinamento solitamente durante la defecazione, si può avere tenesmo e restringimento del calibro delle feci, non è frequente il riscontro di anemia. Il cancro anale si sviluppa nel canale anale (breve tratto tra fine retto e margine anale). È causa di sanguinamento, dolore, sensazione di massa, prurito.
Sono fattori di rischio specifici per il cancro in sede retto e canale anale l’infezione da papilloma virus umano (vedi: Infezioni sessualmente trasmissibile-IST e Verruche cutanee comuni e anogenitali), leucoplachie, fistole e/o ragadi croniche.
In alcuni pazienti la prima manifestazione è la sintomatologia dovuta alle metastasi. Sono sedi di metastasi: fegato, polmoni, linfoghiandole (stazioni inguinali, sopraclaveari), ossa, ovaie.
In tema di diagnosi precoce e screening sono metodiche di riferimento la ricerca del sangue occulto nelle feci (FOB) e l’endoscopia. Mostrano limiti la colonscopia virtuale e la videocamera endoscopica, inoltre, poiché il cancro può sanguinare in modo intermittente, la FOB può dare falsi negativi. È semplice ed opportuno che almeno dai 40 anni di età il medico si informi costantemente sulle funzioni digestive del paziente ed esegua un esame obiettivo mirato, di questo dovrebbe essere parte l’esplorazione rettale, circa il 65% dei cancri ha sede nell’ambito della distanza raggiungibile dal dito esploratore.
La diagnosi si avvale ancora al meglio dell’endoscopia che consente di vedere il tumore ed eseguire biopsia. I marker tumorali (CEA-CA199-CA125) sono significativi, soprattutto come monitoraggio dopo trattamento.
La prognosi dipende dallo stadio della malattia.
La terapia è di regola chirurgica, chemioterapica, inoltre impiegati anticorpi monoclonali e inibitori della chinasi. In termini di prevenzione oltre all’Aspirina e ai Cox 2 inibitori sono considerati il Ca (latticini), vitamina D e Selenio.