È giustificato avere paura della Russia? Il conflitto Russia – Ucraina iniziato il 24 febbraio 2022, intensificazione di una contrapposizione risalente al 2014, non sembra giustificarla. L’Ucraina priva di aviazione e marina militare, pur in vario modo supportata, è ancora da conquistare, perfino capace di infiltrarsi in territorio sovietico con un modesto contingente militare. All’inizio del 2025 Kiev è lontana! In tal scenario la pace è possibile, un compromesso che non sminuisca la Russia e tuteli nella misura possibile l’Ucraina. In questo gli USA sono determinanti, potrebbero favorirla o al contrario ostacolarla, difficile comprendere cosa pensi Donald Trump e il presidente “ombra” Elon Musk.
La UE, come abitudine, è in crisi d’identità e unità probabilmente più che in passato, la sua popolazione si affida sempre di più alla destra estrema, nazional populista che danni seri ha prodotto in tempi ancora non lontani.
I fatti, tuttavia, più tristi, che umiliano il senso del civile e dell’umano che ostentiamo, sono la distruzione sistemica, la morte, le mutilazioni, la fame e ora il freddo, per mancanza di ricoveri, che Israele porta nella Striscia di Gaza. Un esercito organizzato, quello israeliano, e con notevoli armamenti è “in guerra” con miliziani islamici estremisti la cui capacità di offesa e difesa in campo aperto è irrilevante. Nonostante la indiscutibile supremazia militare e la decimazione del popolo palestinese Israele non è ancora riuscita a scovare e liberare gli ostaggi israeliani, anzi alcuni sono stati uccisi “per errore” dagli stessi soldati d’Israele.
In Occidente vi è grande “rumore” affinché Israele smetta di violare il popolo di Palestina, molte le parole e nessuna reale volontà, perché in un Medio Oriente imprevedibile e instabile Israele è garanzia per gli USA.
Cosa ci riserva il 2025? Non guerra globale o scenari apocalittici, probabilmente una torpida continuità, qualche sussulto senza speranza. La vigilia del Natale recente è iniziato il Giubileo cattolico. È “Giubileo della Speranza”. La speranza, però, non è e non può essere una specie di passatempo per irriducibili ottimisti, noi stessi dobbiamo far succedere attivamente le cose. La speranza in realtà è la convinzione che possiamo fare questo e la caparbietà di non arrendersi. La Fede, in chi la possiede, rafforza il proposito.
Nessuno è troppo piccolo per non sperare, l’insieme di molte piccole speranze possono cambiare il mondo.
Questo è l’augurio.
Silvestro A. Bevilacqua