CAPRICCI! E LE REGOLE?

“Capriccio” significa desiderio improvviso e bizzarro. L’etimologia della parola rimanda ai capelli ricci associati ad un carattere stravagante, ribelle o a un segno di ripugnanza o a qualcosa di raccapricciante. Denominatore comune è la pulsionalità, l’irrazionalità, l’istinto.
Questo modo di agire non appartiene solo ai bambini, a volte anche gli adulti agiscono d’istinto e adottano comportamenti assolutamente irrazionali, eppure, il capriccio è comunemente attribuito al solo bambino.
Per comprendere il capriccio bisogna innanzitutto conoscere alcune tappe evolutive fondamentali del bambino e desiderare di conoscere sé stessi attraverso un viaggio introspettivo che dura tutta la vita e che ha inizio con la nascita di un figlio.

PRIMI PASSI VERSO LA CONOSCENZA DI UN BAMBINO

Da 0 a 18 mesi impara prima di tutto con il corpo, percepisce con i sensi che si sviluppano nel grembo materno già a 5 mesi. Impara con le emozioni che sono del corpo.
Egli è pulsione di vita, è istinto e non ha ancora un pensiero sviluppato e maturo, perché questo si formerà attraverso le esperienze che farà nella relazione con i genitori.
Il bambino è ancora fuso con l’oggetto d’amore (la mamma) e in questa unione nasce anche l’onnipotenza magica: si illude di essere il creatore del seno e del suo vitale nutrimento. Col passare dei mesi inizia a conoscere sé stesso attraverso le braccia, le cure e lo specchio dell’altro.
Crescendo, dai 24 ai 36 mesi, il bambino inizia a pensare di avere un corpo proprio, si sente forte e inizia a distinguersi dall’oggetto d’amore e da tutte le persone care. Inizia la fase dell’indipendenza e dell’autonomia.
I capricci si intensificano perché il bambino vive il presente, il qui e ora, se desidera qualche cosa lo vuole subito perché non conosce il tempo, non esiste domani.
I genitori cercano di impartire regole ma il bambino dice “NO” e lo rappresenta con una reazione più o meno violenta del corpo.  Vuole l’oggetto del suo desiderio e non conosce l’emozione e la frustrazione che invade il suo corpo quando non può ottenerlo.
In altre parole il capriccio è una frustrazione che il bambino non comprende ancora e che manifesta con il corpo.

COME NASCE UN GENITORE

I genitori di fronte alla frustrazione (capriccio) del bambino pensano a ciò che provano in quel momento: sconforto, impotenza, rabbia.
Inizia così il viaggio introspettivo:
Come mi sento quando mio figlio vuole un gioco al supermercato e inizia a strillare? Cosa provo quando gli altri mi guardano, mi giudicano? Come reagisco?
È importante allora comunicare con sé stessi, prendersi cura del proprio sé, per ritrovare la calma che consentirà di comprendere il bambino.

COME SI COMPORTA UN BUON GENITORE

Il buon genitore ha imparato a conoscere il suo bambino dal punto di vista fisiologico ed emotivo; quando si agita senza fermarsi è pronto a comprenderlo con empatia e amore.
Osserverà queste reazioni, attenderà lasciando che il bambino possa vivere le sue emozioni e solo dopo lo conterrà rassicurandolo con il suo corpo e una presa di coscienza calma.
Quando il bambino si sarà calmato, si potrà spiegare con parole semplici e adatte alla sua età, le cose che ha provato in quel momento, ma si dirà con fermezza e coerenza che dovrà mantenere la regola.
È utile sapere che non bisogna dare troppe regole perché confondono il bambino e non gli permettono di assimilarle.
Ci sono regole che educano e rassicurano e regole diseducative, dettate dalla rabbia e da ciò che infastidisce l’adulto.
È una buona cosa pensare prima di impartire una regola per capire se è davvero necessaria.
Se le regole sono educative e di sicurezza fisica e affettiva, sarà più facile usare la determinazione, sentirsi fermi in ciò che si vuole e si potrà mantenere quella coerenza fondamentale alla crescita armoniosa del bambino.
È importante pensare alla qualità dell’agire poiché il bambino cresce e si unifica attraverso lo specchio delle persone che se ne prendono cura e che lo educano.

LA RELAZIONE

Una relazione ideale non esiste. È importante per i genitori sapere che in ogni relazione c’è un periodo di buona sintonia e uno di dissintonia. Il periodo di non sintonia in una giornata, ha una durata del 70%, il 30% rimanente è dedicato alla riparazione, la vera riuscita della relazione.
Questi momenti permettono al bambino di trovare nuove risorse e ai genitori danno la possibilità di rivolgersi con empatia ed “essere con il bambino”. In definitiva si crea una relazione senza giudizio e senza rimprovero e si offre al bambino un “ambiente ricco” (sicuro, amorevole, comprensivo).

GENITORE, AIUTANTE MAGICO

I genitori “giocheranno” le regole insieme ai propri figli, diventando così aiutanti magici. Attraverso il piacere del gioco i bambini comprenderanno la motivazione, ascolteranno la regola e capiranno che i genitori non sono arrabbiati con loro.
I genitori nascono e crescono con i figli, non sono però anche loro bambini, devono essere maturi e responsabili.
È fondamentale guardare il proprio figlio, osservare ciò che sa fare, saper attendere e non sostituirsi, lasciare che esplori e conosca da solo il suo mondo accompagnandolo in questo lungo percorso di vita.
Solo così i bambini proveranno il piacere e il desiderio di esistere ed esistere con gli altri.

Anna Maria Solano

Il viaggio che Anna Maria Solano, psicomotricista (www.annasolanopsicomotricista.it), ci ha fatto fare è nell’universo dei bambini. Tutti, ora, conosciamo un pò meglio i bambini, comprendiamo i loro capricci e con loro e per loro merito conosciamo meglio anche noi stessi.

30 dicembre 2022