DANNI DELLA PELLE DA LUCE SOLARE

Anatomia
La cute o pelle (Fig. 1) è organo dalle molte funzioni:

  • protezione;
  • percezione/sensibilità;
  • termoregolazione;
  • difesa immunitaria;
  • escrezione/secrezione;
  • assorbimento;
  • riserva nutritiva.

La sua superficie alterna avvallamenti e rilievi, disposti in modo peculiare in ogni individuo, è così che si spiega la specificità individuale delle impronte digitali.
Componente più estesa del corpo, è costituita da tre strati (Fig. 1):

  1. Epidermide: è lo strato più esterno, lo spessore è di 0,05-0,2 mm secondo le zone del corpo. In essa si trovano i cheratinociti (cellule barriera, prima linea di protezione), le cellule di Langerhans (cellule difensive immunitarie), i melanociti (cellule che producono il pigmento melanina).
    La melanina protegge dai raggi UV e determina il colore della pelle. La maggiore pigmentazione cutanea dei neri aumenta del 30% il carico di calore assunto (minore dispersione) rispetto ai bianchi e riduce la sintesi di vitamina D. La minore pigmentazione cutanea dei bianchi è motivo della maggiore incidenza dei tumori cutanei.
  2. Derma: è lo strato intermedio, lo spessore è di 0,5-3 mm secondo la sede. È formato da collagene (robustezza), elastina (elasticità), mucopolisaccaridi (compattezza). Lo caratterizza una fitta rete nervosa, vascolare sanguigna e linfatica, inoltre sono presenti ghiandole sebacee, sudoripare e cellule difensive contro infezioni e altri agenti nocivi.
  3. Ipoderma: è lo strato profondo. Non propriamente pelle, è con gli strati superiori in connessione anatomica e funzionale. E’ costituito soprattutto da adipociti (cellule contenenti grasso), connettivo ed elementi elastici. Ha funzione di protezione, isolamento termico, riserva nutritiva, è essenziale nel “modellare” la forma corporea.

Radiazioni ultraviolette (UV) e fattori di maggiore esposizione
La gran parte degli effetti della luce solare sulla pelle è dovuta alle radiazioni UV.
Le radiazioni UV sono onde elettromagnetiche distinte in tre fasce secondo la lunghezza d’onda (nm):

  • UVA (da 320 a 400 nm);
  • UVB (da 280 a 320 nm);
  • UVC (da 100 a 280 nm).

Fig.1: Cute o pelle, sezione trasversale

L’ atmosfera “filtra” le radiazioni UVC, quindi raggiungono la superficie del pianeta soprattutto le radiazioni UVA e UVB. La capacità ustionante dei raggi solari è condizionata da fattori quali:

  • condizioni atmosferiche;
  • caratteristiche del suolo;
  • latitudine;
  • stagione;
  • ora del giorno;
  • altitudine;
  • strato dell’ozono;
  • professione;
  • vestiario;
  • esposizione ricreativa.

I raggi sono “filtrati” da nubi spesse, smog, vetro, mentre riescono a superare nubi leggere e nebbia. L’esposizione è aumentata dalla neve, dalla sabbia, dall’acqua, dalle rocce (azione riflettente), nelle zone prossime all’equatore, in estate, nelle ore centrali del giorno e ad alta quota. La riduzione dell’ozono, dovuta soprattutto ai clorofluorocarburi prodotti dall’uomo (condizionatori per esempio), ha aumentato la quantità di raggi UVA e UVB che raggiungono il suolo.
Normalmente l’esposizione della cute alla luce solare provoca, quale reazione di difesa, un incremento della pigmentazione (più melanina). È la cosiddetta “abbronzatura”. Essa costituisce una protezione naturale contro le radiazioni. La sensibilità delle persone alla luce solare dipende soprattutto dalla quantità di melanina presente nella pelle come carattere ereditario. Sulla base della progressiva ridotta sensibilità distinguiamo 6 fototipi di pelle (da I a VI) (Tabella 1). La cute di fototipo I, la più sensibile, è bianca o assai scarsamente pigmentata, si ustiona sempre e non si abbronza mai. All’opposto la cute di fototipo VI, la meno sensibile, è nero-marrone con o senza esposizione al sole. Gli individui di pelle scura, tuttavia, possono andare incontro agli stessi danni delle persone di pelle più chiara, in particolare in caso di forte e prolungata esposizione al sole. Le persone con capelli chiari (biondi o rossi) sono molto sensibili alle radiazioni UV e spesso formano “lentiggini” dovute ad una disarmonica attivazione dei melanociti.

 

 

 

 

 

 

Tabella 1: Fototipi di pelle

Danni

  1. Orticaria solare
    Di causa non chiara, si manifesta nelle zone foto-esposte nello spazio di minuti. I “pomfi” cutanei durano solitamente pochi minuti o qualche ora.
  2. Fotosensibilità chimica
    Sono oltre 100 le sostanze note che ingerite o applicate sulla cute possono indurre reazioni cutanee. Tra queste gli stessi filtri solari, lime, sedano, prezzemolo, dopobarba, profumi, FANS, antibiotici, ansiolitici, diuretici. Si manifesta con “eritema e dolore” o “eritema, desquamazione, prurito, vescicole”. Il trattamento prevede l’impiego di corticosteroidi topici e l’evitazione della sostanza responsabile.
  3. Fotosensibilità da malattie sistemiche
    Tra queste Lupus Eritematoso Sistemico (LES) e Porfira.
  4. Eruzione polimorfa alla luce
    Si manifesta sulle zone foto-esposte, solitamente dopo 30 minuti o qualche ora. Vi è “prurito, eritema, spesso papule, a volte papule-vescicole o placche”. Non chiara la causa. Il trattamento viene scelto sulla base dell’entità del danno.
  5. Scottatura solare
    È il risultato di una imprudente esposizione della cute alle radiazione UV. Si manifesta nelle prime 24 ore. In base all’estensione, all’intensità dell’eritema e alla presenza di altri sintomi (vescicole, desquamazione, dolori, febbre, brividi, shock) la scottatura solare può risultare più o meno grave. Il trattamento prevede:
    evitare assolutamente l’esposizione alla luce solare fino alla remissione, impacchi freddi, FANS, medicazione delle aree con vescicole.
  6. Foto-invecchiamento
    È il risultato di una esposizione cronica e imprudente alla luce solare. Il danno maggiore consiste nella distruzione e perdita del collagene. La pelle presenta rughe sottili e grossolane, è ruvida, non elastica, pigmentata a chiazze di diverse dimensioni. La tinta vira al giallo e sono presenti teleangectasie. Il trattamento, per esempio con peeling chimici, migliora la condizione, ma non risolve. Non vi è alcuna evidenza che i cosmetici da banco siano utili.
  7. Cheratosi attiniche
    Sono il risultato di molti anni di esposizione al sole. Sono più predisposti i soggetti con capelli chiari, occhi blu o quelli con fenotipi di cute bassi. Si tratta di aree precancerose che coinvolgono i cheratinociti. Rosee o rosse, grigio chiaro o marroni hanno margini mal definiti e al tatto sono ruvide o squamose. Devono essere distinte dalla cheratosi seborroica che non è una lesione precancerosa. Il trattamento varia in relazione al numero e alla localizzazione delle lesioni.
  8. Tumori
    L’incidenza delle lesioni degenerative tumorali della cute dipende molto dai fattori già indicati, altro importante fattore è l’età. Nell’anziano, infatti, che non si espone più al sole, è determinante nella genesi tumorale il totale di ore di esposizione nell’arco della vita. Se questo assunto è corretto per il carcinoma squamocellulare e quello basocellulare, non lo è per il melanoma, tumore prevalentemente giovanile e dell’eta adulta, in costante aumento. Sicuramente l’esposizione al sole aumenta il rischio di melanoma, ma probabilmente intervengono altri fattori nel favorirne l’espressività. Cute e sistema nervoso derivano dallo stesso “tessuto embrionale”, non si può escludere, per esempio, che stress e ansia possano influire negativamente sulla pelle, compromettendo la sua capacità riparativa dai danni solari e l’efficacia del sistema immunitario.
  9. Dipendenza da raggi UVA
    Solitamente l’esposizione alla luce solare migliora l’umore e la sensazione di benessere, dovuta in particolare ai raggi UVA. Per tale motivo in alcuni si può giungere ad una condizione di dipendenza dal sole non diversa da qualsiasi altra dipendenza. È evidente il rischio per la salute che queste persone corrono.

Prevenzione

  1. Precauzioni
    L’esposizione al sole di mezzogiorno deve essere evitata o comunque non superiore a 30 minuti. Nelle zone temperate l’intensità dei raggi UV è meno pericolosa prima delle ore 10 e dopo le ore 16. E’ opportuno l’impiego di cappelli a larga tesa, occhiali da sole, indumenti a trama fitta.
  2. Filtri solari (uso topico)
    I filtri solari vengono distinti in chimici (assorbono la luce) e in fisici (riflettono o disperdono la luce). Sono da impiegare “filtri ad ampio spettro” (sia raggi UVA che UVB) con un fattore di protezione adeguato. L’inefficacia dei filtri solari è comune ed è dovuta ad una applicazione insufficiente, tardiva (lo schermo solare va applicato 30 minuti prima dell’esposizione) o ad una mancata nuova applicazione dopo nuoto o attività fisica o dopo 2-3 ore durante l’esposizione.
    I cosiddetti autoabbronzanti non devono essere impiegati come schermi solari perché non offrono una protezione significativa.
  3. Nutrizione
    Può favorire la produzione di melanina e limitare i danni da radicali liberi.
    È fondamentale non assume quantità esorbitanti di carote. Le carote non fanno abbronzare, come da alcuni sostenuto. Se assunte in eccesso danno alla pelle uno sgradevole colorito arancione dovuto al loro accumulo sistemico.
    È importante bere più acqua, prediligere frutta e verdura di colore rosso, giallo, arancione, in particolare pomodori maturi o cotti per la presenza di minerali e licopene. Anche l’aminoacido tirosina è importante perché interviene nella sintesi di melanina. Contengono tirosina formaggi, uova, carne di maiale-tacchino-pollo-manzo, tonnosgombro sott’olio. Indispensabili i grassi omega 3 e omega 6, loro fonti sono pesce azzurro, noci, oli vegetali.
14 giugno 2023