disfunzione erettile

Disfunzione o disturbo erettile (DE), in passato impotenza, è l’incapacità di ottenere o mantenere una adeguata erezione durante l’ attività sessuale. Anche se sarebbe più corretto impiegare il termine disturbo erettile in presenza di un problema psicologico e il termine disfunzione erettile in tutti gli altri casi, nella pratica risulta più agevole usare indifferentemente i due termini. Invero non raramente risulta difficoltoso distinguere con certezza il disturbo erettile di esclusiva genesi psicologica da quello di diversa origine. Sono, infatti, molti i casi in cui sembrano coesistere e reciprocamente influenzarsi fattori psicologici e fattori di altra natura.

terapie-integrate-disfunzione-erettileL’erezione del pene è dovuta ad un articolato meccanismo psico – neuro – vascolare e chimico. Al sistema vascolare spetta il compito di oggettivare lo stimolo erettivo. Proprio agendo sul circolo sanguigno, infatti,  l’aumento del Guanosin–monofosfato ciclico (cGMP), dovuto al monossido d’azoto (NO), determina la tensione peniena. Tensione che si allenta quando ad opera della fosfodiesterasi di tipo 5 (PDE5) l’cGMP si riduce.

Vi è un significativo aumento di problemi di erezione dopo i 50 anni di età e più del 40 % degli uomini di età superiore ai 60 anni può manifestare problemi rilevanti di erezione.
Malattie cardiovascolari, neurologiche, diabete mellito, ipertrofia prostatica, dislipidemie, traumi, microtraumi persistenti, per esempio da attività sportiva, possono essere causa di DE. Negli uomini che riferiscono un concomitante calo del desiderio sessuale è opportuno considerare in primo luogo un possibile deficit di testosterone. L’uso di sostanze e/o farmaci può essere causa di DE. In tale eventualità la relazione temporale con l’inizio, la continuità e l’eventuale sospensione del loro impiego deve essere verificata. Sono da considerare in particolare gli antidepressivi, gli antipsicotici, i beta bloccanti, gli oppiacei, l’alcool, la cocaina, la marijuana, le anfetamine. Il DE psicogeno o prevalentemente psicogeno può presentarsi in caso di:

  1. Carenza di pensieri, fantasie e desiderio sessuale;
  2. Eiaculazione precoce;
  3. Depressione;
  4. Stress prolungato;
  5. Immagine di sé o del partner insoddisfacente;
  6. Problemi relazionali con il partner;
  7. Fattori condizionanti quali esperienze emotivamente traumatiche, conflitti inconsci, inibizioni, atteggiamenti verso la sessualità incongrui;
  8. Somatizzazione e problemi d’ansia in genere.

 

In un corretto approccio al trattamento della DE è necessario valutare o cercare subito la possibile causa, indispensabile premessa questa per intendere quanto di seguito esposto. E’ dimostrato che una vita sessuale appagante ha effetti psicofisici positivi e promuove la longevità, in genere è possibile contrastare i problemi erettivi e una eccessiva riduzione dell’attività sessuale frequenti con l’avanzare dell’età.

E’ utile :

  1. Intervenire sui fattori di rischio modificabili quali alcool, fumo, obesità, sedentarietà;
  2. Mantenere nei confronti della sessualità una condizione mentale positiva, realistica e non rinunciataria;
  3. Avere almeno due erezioni nella settimana necessarie a compensare la progressiva riduzione delle
    erezioni spontanee che si hanno durante il sonno;
  4. Lasciare al partner un ruolo più attivo durante i rapporti, è possibile così riservare un maggiore apporto di sangue al pene rispetto agli altri apparati coinvolti;
  5. eseguire gli esercizi di Kegel;

Hanno di molto cambiato la terapia della DE i farmaci inibitori della PDE5 : Sildenafil, Vardenafil, Tadalafil, Avanafil. Altri farmaci impiegati sono: prostaglandine, apomorfina, papaverina, fentolamina. Utile, in particolare nei giovani, il testosterone in presenza di un suo deficit. I dispositivi meccanici ex vacuo sono proponibili se si hanno relazioni stabili. Interventi di rivascolarizzazione o di impianto di protesi costituiscono per la loro invasività una soluzione estrema.
L’assunzione di “ blande “ dosi di benzodiazepine, diazepam in particolare, può risultare opportuna specie in quei soggetti con ansia non altrimenti motivata. La psicoterapia è fondamentale in caso di genesi psicologica del disturbo, ma può essere d’aiuto anche nella DE non psicologica. L’ipnosi può risultare efficace, probabilmente sarebbe indicato un suo maggiore impiego in questa, come in altre affezioni.
L’omotossicologia colloca la DE nella fase di degenerazione mesodermale. La scelta dei rimedi da impiegare dipende dalla causa del disturbo. Da considerare sempre il possibile uso di: Damiana compositum, Coenzyme compositum, Ubichinon compositum, Zincum valerianicum. Anche nella DE la mesoterapia è utile, impiegati farmaci tradizionali e/o omotossicologici.

Sono davvero molte le sostanze proposte da sedicenti esperti, intrugli miracolosi, inutili, se non dannosi. Vero è che un’alimentazione equilibrata, varia e gratificante è di aiuto sempre. Se gradito utile l’uso di aglio (nella Antica Grecia detto “bulbo di Venere“ per la sua proprietà di migliorare la tenuta sessuale), di cioccolato per la presenza di feniletilamina e polifenoli, di pepe, di peperoncino, di merluzzo e polenta.
Una qualche utilità sembrano avere: L-Arginina, Ginkgo Biloba, Zinco, Glucosamina, N – Acetilcisteina, Ginseng e Zenzero. Per la loro assunzione come integratori è opportuno rivolgersi al medico.

Probabilmente nella grande maggioranza dei casi il modo migliore di trattare la DE è quello d’integrare diversi tipi d’ intervento. Questo approccio può dare risultati insperati e costanti e realizzare anche risparmi, basta pensare all’alto costo degli inibitori della PDE5.

25 aprile 2015