DISTURBO DI CONVERSIONE O ISTERIA – DISTURBO DA SINTOMI SOMATICI
PREMESSA
La medicina psicosomatica s’interessa delle malattie e manifestazioni somatiche (fisiche) causate dalla psiche. Sono malattie psicosomatiche il disturbo di conversione e il disturbo da sintomi somatici.
DISTURBO DI CONVERSIONE
Il disturbo di conversione, in passato isteria o isterismo, termini ancora adottati, comporta il manifestarsi di sintomi che riguardano quasi sempre la funzione motoria e sensitiva. La diagnosi richiede accurata anamnesi, esame obiettivo, esclusione assoluta di cause organiche.
Conosciuto fin dall’antichità, fu definito isteria dal greco hysteron (utero) per essere condizione prevalente e tipica femminile. Si manifesta spesso in modo improvviso tra la tarda infanzia e l’inizio della età adulta, tuttavia può aversi a qualsiasi età. È possibile, non sempre, individuare un fattore scatenante o almeno favorente (stress, evento psicologico o fisico traumatico).
È di regola episodico, un solo episodio o episodi ripetuti, può, tuttavia assumere carattere cronico-fluttuante. Può aversi un sintomo solo o più di uno. Numerosi i possibili sintomi: astenia, paralisi di un braccio o di una gamba, tremori o movimenti scuotenti, alterata coordinazione motoria, postura incongrua degli arti, sensibilità tattile assente o modificata, visione doppia, cecità, sordità, afonia, biascicamento, volume della voce modificato, crisi di tipo epilettico, convulsioni, nodo alla gola, sincope. Possono associarsi sintomi dissociativi (esperienze d’irrealtà, distacco da se stessi).
Le manifestazioni di possessione divina (mistiche) o demoniaca vanno lette come esperienze di conversione-dissociazione. Se, tuttavia, si presentano in corso di rituali o pratiche spirituali non necessariamente vanno considerate patologiche perché indotte in alcuni, più suggestionabili, dal contesto.
Disturbi di conversione transitori sono comuni, ma non è possibile definire in quale misura. Solitamente sono le persone che hanno sofferenza significativa e compromissione della vita sociale, lavorativa o di altri ambiti, quelle che si rivolgono al medico, più spesso al neurologo per le caratteristiche dei sintomi.
Il disturbo di conversione è una patologia che può avere giovamento in particolare dall’ipnosi (controllo dello stress e dell’influenza della mente sulle funzioni corporee). La psicoterapia, inclusa la terapia cognitivo-comportamentale, può risultare efficace, ma in modo incostante.
DISTURBO DA SINTOMI SOMATICI
È caratterizzato da sintomi fisici persistenti o ricorrenti. Può essere coinvolta qualsiasi parte del corpo, la maggior parte dei pazienti presenta più sintomi, ma si può avere anche un sol sintomo, di solito il dolore. I pazienti convinti di avere problemi fisici continuano a fare pressione sui medici per attuare nuovi controlli e trattamenti o ripetere quelli già fatti.
Di solito il disturbo si presenta intorno ai 30 anni di età, è causa di disagio, in alcuni altera notevolmente il vivere e si può giungere alla depressione grave. La diagnosi di una malattia organica non esclude la diagnosi di disturbo da sintomi somatici. Per esempio il paziente può comportarsi da invalido dopo un infarto del miocardio positivamente e completamente risolto o continuare ad accusare lombo-sciatalgia nonostante la risoluzione di una patologia di ernia discale.
Quali che siano i sintomi il nucleo del disturbo sta probabilmente nel forte desiderio di essere assistiti, di evitare le responsabilità, perfino i piaceri della vita, il che fa pensare a uno stato inconscio di non sentirsi all’altezza o di sensi di colpa. La frequenza del disturbo non è certa, tuttavia alta, si stima che nella popolazione adulta si attesti sul 5-7%. Probabilmente il disturbo è più frequente nelle donne, ma altrettanto probabilmente il divario uomo/donna tende a ridursi.
L’intervento terapeutico principale è la psicoterapia, in particolare la cognitivo-comportamentale. L’attività del medico di base è essenziale, non bisogna rassicurare perché questo può essere interpretato dal paziente come non essere preso sul serio. Dovrà invece sostenere, coordinare le cure, dare sostegno farmacologico, vederlo con una certa regolarità, proteggerlo da test e procedure inutili.
CONCLUSIONE
Le manifestazioni psicosomatiche, di cui detto in premessa, sono quelle espressioni fisiche di emozioni che in modo occasionale fanno parte della vita di tutti (arrossire per vergogna, timidezza, rabbia o avvertire oppressione, tensione anche dolorosa in parti del corpo in concomitanza di una importante prova) e quelle che spesso si hanno in corso di diverse malattie psichiatriche.
Non rientra, invece, nella psicosomatica il disturbo da ansia di malattia o ipocondria. I pazienti con tale problema sono così preoccupati di essere ammalati o di potersi ammalare da giungere a compromettere seriamente relazioni sociali, familiari, il lavoro. Il decorso è tendenzialmente cronico, stabile o fluttuante. Il trattamento prevede antidepressivi e psicoterapia cognitivo-comportamentale. Fondamentale un rapporto costante e partecipato tra medico di base e paziente.
Non rientra, ancora, nella psicosomatica il disturbo fittizio provocato a sé o sindrome di Munchausen (il barone di Munchausen è nel racconto “Le avventure del barone di Munchausen” un avventuriero che le spara davvero grosse narrando le sue imprese). I pazienti fingono e/o creano sintomi fisici che portano a considerare una qualche malattia organica (per esempio pungersi un dito per contaminare con il sangue un campione di urina). La motivazione di questo comportamento sembra quella di assumere il ruolo di malato. La diagnosi richiede l’assenza certa di una qualche utilità esterna, per esempio un compenso economico per infortunio. Solitamente sono pazienti che passano da un medico all’altro, da un ospedale all’altro (peregrinazione) sottoponendosi a trattamenti ed accertamenti continui. Non vi sono terapie efficaci. Molto si deve contare sulla sensibilità ed esperienza dei medici che li hanno in cura.
Nel disturbo fittizio su un altro o sindrome di Munchausen per procura, invece, una persona (genitore, operatore sanitario, badante, caregiver in genere) falsifica informazioni o perfino fa male, per esempio con farmaci, a colui di cui si prende cura. Spesso le vittime sono bambini, ospedalizzazioni frequenti e consulti pediatrici frequenti devono indurre il sospetto di simile condizione. Anche in questo caso per la certezza di diagnosi non deve essere presente una qualche utilità, per esempio coprire abusi su minori.
Considerando isteria e sindrome di Munchausen per procura un pensiero giunge spontaneo. La narrativa mediatica spettacolarizza violenze, abusi, femminicidi, stupri, pedofilia, esorcismi, riti satanici, sette, bullismo, statue della Madre di Gesù in lacrime di sangue, apparizioni, rivelazioni …. . Viene da chiedersi che tempi siano questi: assolutamente non peggiori di quelli passati.
La medicina ci dice che molti di questi fatti riconducono a problematiche psichiatriche. Così accade che una informazione scorretta o forviante generi o accentui idee e convinzioni sbagliate.