Epatiti Infettive

Le malattie del fegato (epatopatie) sono a livello mondiale un importante problema di salute.
Distinguiamo epatiti, cirrosi, cancro, disordini funzionali, patologie epatobiliari, vascolari e infiltrative (steatosi, amiloide, glicogeno). Definiamo epatite un’infiammazione del fegato che comporta un “danno d’organo” di entità ed estensione variabile. Riconosciamo:

  • epatiti infettive;
  • epatiti tossiche;
  • epatite autoimmune;
  • epatite fulminante;
  • epatiti senza una causa individuabile.

Le epatiti infettive sono dovute a virus che hanno costante affinità (tropismo) epatica (epatite A, B, C, D, E, G) o ad agenti infettanti che possono dare epatiti, ma non sempre, come il virus di Epstein-Barr, il Cytomegalovirus, l’Herpes simplex.

EPATITI VIRALI ACUTE SPECIFICHE
Piuttosto comuni a livello mondiale. I sintomi sono: perdita di appetito, nausea, vomito, spesso febbre, dolore/dolorabilità al lato destro superiore dell’addome. Frequente l’ittero (colorazione gialla di cute, mucose, sclera da deposito dei pigmenti della bile) che si apprezza tipicamente quando gli altri disturbi tendono ad attenuarsi.

Epatite A
Causata da un virus a RNA (HAV). Colpisce più spesso bambini e giovani. Il contagio è soprattutto orofecale (modalità di trasmissione che comporta il passaggio di un patogeno dalle feci di un soggetto infetto all’apparato digestivo di una persona sana tramite cibo, acqua, contatto diretto). Epidemie possono aversi da contaminazione di acque e alimenti. Frequenti i casi isolati per contatto interpersonale.
Si stima che nei bambini al di sotto dei 6 anni d’età il 70% delle infezioni decorre senza sintomi. I disturbi scompaiono completamente entro 2 mesi dalla insorgenza della malattia, in alcuni casi però possono persistere o ripresentarsi fino a 6 mesi. Rara la forma fulminante.
La terapia è di sostegno. La prevenzione è molto importante: buona igiene personale, in casa dei malati usare misure di barriera, come utensili e piatti “disposable”, e pulizia con candeggina diluita nei luoghi a rischio (bagno). La vaccinazione pre-esposizione è indicata in caso di viaggi in paesi a rischio, nei soggetti con malattie epatiche croniche e negli omosessuali. Un trattamento post-esposizione con immunoglobuline è utile nei soggetti che hanno avuto contatto stretto con i malati. Nei malati stessi le immunoglobuline, se somministrate precocemente, possono contenere l’evoluzione grave della malattia.

Epatite B
Causata da un virus a DNA (HBV). La trasmissione con la trasfusione di sangue e derivati è ora molto rara. Rimane frequente la trasmissione con aghi infetti (tra i tossicodipendenti, per esempio). Il contagio può aversi tra partner sessuali sia omo che eterosessuali. I nati da madre infetta hanno un rischio elevato di contagiarsi al momento del parto. Sono molti i casi in cui non si riesce ad individuare l’origine del contagio.
A livello mondiale i portatori cronici del virus sono molti
, costituiscono un importante serbatoio d’infezione. Dal punto di vista del decorso clinico possono aversi forme gravi fine all’epatite fulminante e alla morte.
La terapia è di supporto. La prevenzione è importante, per esempio usare il preservativo se si hanno più partner sessuali, non condividere aghi (tossicodipendenti), rasoi o spazzolini. La vaccinazione è auspicabile in tutto il mondo, ma non fattibile soprattutto per indisponibilità economica. I viaggiatori internazionali, le persone che si trovano negli istituti penitenziari o gli addetti delle strutture di assistenza ai drogati dovrebbero vaccinarsi. In Italia dal 1992 la vaccinazione è obbligatoria nei bambini.
La profilassi post-esposizione si basa sulle immunoglobuline e sul vaccino. Le immunoglobuline attenuano le manifestazioni cliniche nei soggetti malati.

Epatite C
È causata da un virus a RNA (HCV). La trasmissione con la trasfusione di sangue e derivati è assai rara. Relativamente rara la trasmissione sessuale e quella da madre a neonato. Può aversi in tossicodipendenti che condividono gli aghi delle siringhe, ma anche attraverso piercing e tatuaggi.
Il virus è presente in circa il 20% dei soggetti con epatite da alcol. Di gravità variabile può decorrere anche senza sintomi. È l’epatite che più frequentemente cronicizza (circa l’80%). Estremamente rara la forma fulminante.
La terapia è di supporto. La prevenzione è importante. L’alta capacità di mutare del HCV impedisce lo sviluppo di un vaccino permanente.

Epatite D
È dovuta a un virus a RNA (HDV) difettivo o agente delta. È detto difettivo perché per moltiplicarsi è necessaria la presenza del HBV. Il contagio riconosce le stesse modalità dell’epatite B. Si deve sospettare l’epatite D in presenza di epatite B acuta grave o che peggiora o quando una epatite B cronica si aggrava.
La terapia è di supporto. La prevenzione dell’infezione da HBV previene l’infezione da HDV.

Epatite E
Causata da un virus a RNA (HEV), è di solito trasmessa per via oro-fecale. Può indurre epidemie per contaminazione delle acque, sporadicamente può aversi dopo aver mangiato carne cruda o poco cotta e frutti di mare contaminati. Può essere grave, in particolare nelle donne in gravidanza.
La terapia è di supporto. La prevenzione è importante (buona igiene personale e precauzioni). Al momento un vaccino è disponibile in Cina.

Epatite G
Dovuta a un virus a RNA (HGV). Non sembra cronicizzare e ha un decorso solitamente benigno. Simile alla epatite C. Nel 15% dei casi si associa all’epatite A e B. La terapia è di supporto. La prevenzione è quella adottata per l’epatite C.

EPATITI VIRALI CRONICHE SPECIFICHE
Per convenzione è cronica l’epatite che persiste per più di 6 mesi. Il virus dell’epatite B e C è causa frequente di epatiti croniche. Raramente l’HEV la induce. L’HAV non causa epatite cronica, così sembra anche l’HGV.

Epatite cronica B
L’epatite B acuta nel 5-10% dei pazienti diventa cronica. Più giovane è l’età in cui si ha l’epatite acuta maggiore è la possibilità di evoluzione in cronica. Può aversi indipendentemente da una storia di epatite acuta, in questo caso si giunge alla diagnosi per il riscontro occasionale di un incremento delle transaminasi o per la presenza di disturbi, quali malessere, scarso appetito, astenia, febbricola, fastidio addominale, manca di solito l’ittero, che suggeriscono accertamenti. La possibilità di una evoluzione in cirrosi è maggiore in assenza di trattamento. C’è la possibilità di una progressione in tumore.
La terapia antivirale induce un miglioramento e evita o rallenta la progressione verso la cirrosi. Potrebbe essere necessario assumerla per tutta la vita, un problema è costituito dalla possibile resistenza ai farmaci.

Epatite cronica C
Si giunge alla diagnosi per il riscontro occasionale di un aumento delle transaminasi, per la presenza di sintomi aspecifici che suggeriscono accertamenti (malessere, inappetenza, affaticamento, ma mai fastidio addominale), per una storia di epatite acuta, per il manifestarsi di segni di epatopatia cronica (ingrossamento della milza, eritema palmare, nei a ragno). L’epatite evolve in cirrosi nel 20-30% dei casi. Il cancro epatico può complicare la cirrosi.
La terapia antivirale può eliminare in molti pazienti definitivamente il virus.

12 giugno 2022