I segmenti ossei che formano l’articolazione del ginocchio sono:
- estremità inferiore del femore (Fig. 1-2);
- estremità superiore della tibia (Fig. 1-2);
- rotula o patella anteriormente (Fig. 1-2).
Questi sono “contenuti” in una capsula fibrosa (Fig. 1) che ha funzione stabilizzante.
Tra femore e tibia si trovano i menischi (Fig. 1-2), elementi fibrocartilaginei piani, di forma semilunare, in numero di due (mediale e laterale) (Fig. 1-2). Agiscono principalmente come ammortizzatori, ma hanno anche funzione stabilizzante.
Il legamento crociato anteriore e il legamento crociato posteriore (Fig. 1) connettono fortemente femore e tibia, evitando scorrimenti impropri. I legamenti collaterali (Fig. 2) sono il legamento collaterale laterale (connette femore e fibula) (Fig. 2) e il legamento collaterale mediale (connette femore e tibia) (Fig. 2), elementi stabilizzanti, specie nel movimento.
La sinoviale (Fig. 1), membrana connettivale, delimita una cavità chiusa, al suo interno il liquido sinoviale simile al bianco d’uovo. Ha funzione protettiva, di dispersione del calore e, come le cartilagini, di scorrimento delle parti articolari. Analoghe funzioni hanno le borse articolari, piccole sacche chiuse contenenti liquido sinoviale. Più frequentemente sinoviale e borse s’infiammano (sinovite, borsite) come “reazione” a danni di altre componenti articolari.
L’interazione tra femore-menischi-tibia e tra rotula-femore (Fig. 1-2) producono i movimenti del ginocchio. Essi sono flessione, estensione, rotazione, limitatissimi quelli di lateralità. In estensione il ginocchio da all’arto una formidabile stabilità che con il movimento si riduce.
Oltre che dalla tibia lo scheletro della gamba è formato dalla fibula o perone (Fig. 2). Nell’uomo questo osso lungo non ha alcuna funzione di sostegno, ma supporta con i muscoli e i legamenti il movimento.
PATOLOGIE
- Gonartrosi (artrosi del ginocchio)
L’artrosi primaria è un evento che interessa tutti, ma non in tutti è causa di limitazione funzionale e altri problemi. Si manifesta dopo i 50 anni di età, predilige il sesso femminile, tende ad essere bilaterale, ma almeno inizialmente i disturbi interessano un solo arto o uno dei due è maggiormente compromesso.
Il dolore è il sintomo principale, tipico, tuttavia presente in altre patologie, è quello che si ha quando si scende o si sale le scale. Nelle fasi avanzate può essere persistente. Spesso si avvertono “scrosci articolari”, il paziente può riferire cedimenti, senso di instabilità, possibili dolorosissimi blocchi articolari. L’ asse dell’arto, anche se prima normale, tende a deviare (varo, valgo). A volte l’articolazione si presenta gonfia, raramente in modo significativo. Alla fine l’invalidità è notevole.
L’Rx standard è solitamente già sufficiente per confermare la diagnosi clinica. Nel sospetto di artrosi secondaria (vedi “Artrosi e osteoartrosi”) indagini supplementari possono rendersi necessarie.
Il trattamento sarà conservativo, se indicati utili calo ponderale e modificazioni dello stile di vita. Quando le condizioni sono fortemente compromesse necessaria la protesi di ginocchio (parziale o totale), solitamente il suo impianto da buoni risultati.
- Lesione del legamento crociato anteriore (LCA)
È comune in chi pratica sport, in particolare pallavolo, calcio, basket, ginnastica. Le donne hanno un rischio 4–6 volte maggiore degli uomini. In gran parte è causata da traumi senza impatto, come decelerazione rapida, cambio di direzione improvviso, atterraggio dopo un salto. Frequente l’interessamento di altre strutture (menischi, osso, legamenti collaterali). Si ha dolore severo e improvviso, in breve il ginocchio si gonfia. Il soggetto non flette, non estende e non riesce a caricare sull’arto. Superata la fase acuta, possono residuare instabilità, blocchi articolari, dolore. Per la diagnosi l’indagine di scelta è la RM.
Nella fase acuta: riposo, antinfiammatori, a volte artrocentesi, ghiaccio, tutore e bastoni. In fase di miglioramento: terapia fisica con lo scopo di recuperare al meglio movimento e forza muscolare. La decisione di procedere all’intervento di ricostruzione del legamento deve considerare diversi fattori, per esempio, età, presenza di altre lesioni, attività svolte dal paziente. L’intervento, tuttavia, non ristabilisce del tutto la normale cinetica articolare.
- Cisti di Baker (cisti poplitea)
Si forma dietro il ginocchio. Quella primaria è tipicamente giovanile, quella secondaria può complicare artrosi, artrite, gotta, fratture, lesioni dei legamenti e dei menischi. Si presenta come formazione rotonda, di consistenza dura e dimensione variabile. Solitamente asintomatica, altrimenti possono aversi disturbi da compressione (dolore, rigidità, neuropatie, ischemia). Ecografia e RM possono rendersi necessarie per escludere, ad esempio, una condizione tumorale. Se non da problemi si può attendere, spesso infatti scompare nello spazio di mesi, altrimenti terapia conservativa (aspirazione del contenuto liquido, antinfiammatori), raramente trattamento chirurgico (cisti voluminosa, dolore intrattabile).
- Malattia di Osgood – Schlatter
Osteocondrosi che interessa il tubercolo tibiale anteriore.
In generale con tale temine si indicano quei disturbi localizzati di ossificazione che si hanno in ragazzi e bambini nel momento di maggior crescita fisica, l’evoluzione è di regola benigna con riattivazione del normale processo di ossificazione. Più frequentemente monolaterale, comporta dolore/dolorabilità antero-laterale (appena sotto il ginocchio) e modesto gonfiore. Nella grande maggioranza dei casi si risolve spontaneamente nello spazio di settimane o mesi. Rx standard ed ecografia a volte vengono attuate per conferma. Il trattamento prevede antidolorifici, astensione da sport ed esercizi fisici eccessivi, momenti di riposo nella giornata, la non attuazione di quelle attività che richiedono di piegare molto il ginocchio. Molto raramente necessari immobilizzazione o atti chirurgici.
- Osteonecrosi spontanea del ginocchio (SPONK o SONK)
È una ischemia focale che colpisce il condilo del femore (superficie arrotondata dell’estremità articolare) o il piatto tibiale (parte piana della tibia dove poggia il condilo femorale). Si ha dolore improvviso al ginocchio, gonfiore, difficoltà nel camminare. Si ritiene complichi una “frattura patologica” favorita da fragilità ossea, per esempio, da osteoporosi, uso cronico o frequente di cortisone, abuso di alcol. Di solito migliora senza intervento chirurgico (riposo, fisioterapia, antinfiammatori).
- Lesione del legamento crociato posteriore (LCP)
Non comune, solitamente da trauma violento (lesione da cruscotto negli incidenti stradali, sport). Comporta uno spostamento posteriore della tibia, di diversa entità. Si ha dolore che si accentua con la flessione e ginocchio gonfio. Trattamento solitamente conservativo.
- Meniscopatie
Sono dovute a traumi, più frequentemente in giovani e sportivi o a degenerazione (meniscosi), più spesso negli anziani. Il menisco mediale è il più colpito. Si ha dolore al ginocchio che di regola si presenta o accentua con l’esecuzione di determinati movimenti. Inoltre gonfiore e limitazione funzionale di diverso grado. La RM è l’indagine utile per la conferma diagnostica. La terapia è conservativa (più spesso) o chirurgica.
- Lesione dei legamenti collaterali
Frequentemente negli sport da contatto. Si ha dolore al lato interno del ginocchio, se coinvolto il collaterale mediale o al lato esterno, se coinvolto il collaterale laterale, gonfiore, senso di cedimento. Esame diagnostico dirimente è la RM. Il trattamento è abitualmente conservativo.
- Artropatia neurogena del ginocchio
Definiamo artropatia neurogena la sofferenza e il danno articolare causati da alterata percezione del dolore e del senso di posizione che riconoscono diverse cause, più spesso diabete, ictus, neuropatie, tumori. Benché siano molte le articolazioni che possono essere colpite, più frequentemente sono interessante ginocchia, caviglia/piede. L’articolazione appare gonfia, instabile, deformata, il dolore è modestissimo. Per la diagnosi è sufficiente l’Rx standard. Il trattamento prevede immobilizzazione, talora la chirurgia.