LEUCEMIE E LINFOMI

DEL SANGUE
Il sangue, che scorre nei vasi sanguigni e raggiunge ogni luogo del corpo, apporta ossigeno, nutrienti, ormoni e allontana i cataboliti (prodotti finali del metabolismo). È, inoltre, un sensibile sistema tampone, protegge dai microrganismi nocivi e da ogni altro agente potenzialmente lesivo, interviene nella coagulazione o emostasi.
Ha origine dal tessuto emolinfopoietico, formato da midollo osseo, sistema linfatico (linfoghiandole o linfonodi e vasi linfatici), milza, timo. È costituito da una parte corpuscolata e una liquida. I corpuscoli sono eritrociti, leucociti, piastrine, il liquido (plasma) è fatto di siero e fibrinogeno.
Gli eritrociti o emazie o globuli rossi (GR) sono costituiti soprattutto di acqua ed emoglobina (Hb), la loro produzione nel midollo osseo è regolata dall’ormone eritropoietina (EPO), in particolare aumenta in caso di ridotta ossigenazione di tessuti e organi poiché il compito dei GR consiste nell’assumere-veicolare-rilasciare O2. Per un’adeguata produzione di GR (eritropoiesi) è fondamentale un corretto apporto in particolare di ferro, vitamina B12, folati, inoltre proteine e aminoacidi essenziali. Nell’anemia si ha una riduzione dei GR, dell’ematocrito (Hct) che è il volume percentuale dei GR nel sangue, dell’Hb. È opportuno precisare che il valore dell’Hb è il più importante parametro da considerare perché gli altri possono risultare ingannevoli. I GR hanno un ciclo vitale di circa 120 giorni, i reticolociti, che sono gli eritrociti giovani, costituiscono lo 0,5-1,5% dei GR complessivamente circolanti. Con l’aumentare dell’età Hb ed Hct diminuiscono, ma modestamente, nell’uomo si inizia a parlare di anemia quando l’Hb è inferiore a 14g/dL e l’Hct a 42%, nella donna se l’Hb è inferiore a 12g/dL e l’Hct a 37%. Nei primi anni di vita si considerano valori normali di riferimento età correlati.
I leucociti o globuli bianchi (GB) hanno il compito fondamentale di proteggere dagli agenti infettivi nocivi, comprendono i granulociti o leucociti polimorfonucleati, i linfociti e i monociti. Distinguiamo i granulociti in: a) neutrofili (hanno il compito di fagocitare e distruggere i microrganismi); b) eosinofili (uccidono quei microrganismi troppo grandi per essere fagocitati, inoltre generano mediatori dell’infiammazione); c) basofili (si legano agli agenti nocivi e rilasciano mediatori dell’infiammazione).
I linfociti sono elementi immuno-specifici, cioè riconoscono e si attivano in presenza di agenti infettivi già noti. Sono anche linfociti le cellule Natural Killer particolarmente efficaci nel contrastare cancro e infezioni da virus.
I monociti sono i precursori dei macrofagi, essi si trasformano in macrofagi in circa 8 ore nelle sedi ove è in atto un’aggressione infettiva per contenerla.
Le piastrine o trombociti hanno un ruolo fondamentale nel processo coagulativo, si attivano nel momento in cui in qualche parte del corpo si ha una emorragia.

LEUCEMIE
Le leucemie o leucosi sono malattie tumorali maligne del tessuto emolinfopoietico. In seguito a difetti nella loro programmazione granulociti (linea mieloide) e linfociti (linea linfoide), più longevi e con maggior capacità proliferativa, si accumulano nel midollo osseo, nei linfonodi e in altre parti del corpo. Comprendono la leucemia linfoide acuta, la leucemia mielocitica acuta, la leucemia linfocitica cronica, la leucemia mieloide cronica.

LEUCEMIA LINFOIDE ACUTA (L. linfoblastica acuta, L. linfocitica acuta)
È la neoplasia maligna dei bambini più diffusa, solitamente sotto i 10 anni di età, ma ne sono colpiti anche gli adolescenti in numero significativo, pochi gli adulti soprattutto prima o dopo i 40 anni di età. Si considerano nella genesi esposizione a carcinogeni ambientali durante la vita fetale o adulta o modificazioni genetiche variamente indotte.
I sintomi comprendono affaticamento, pallore, facilità al sanguinamento (gengivorragia-epistassi-melena-ematuria), facilità all’ecchimosi, dolore osseo, febbre. Non costante, ma comune un ingrossamento di fegato, milza, linfonodi.
L’esame dello striscio di sangue periferico e del midollo osseo è in genere diagnostico. La risposta alla terapia è solitamente buona, tuttavia il trattamento è difficoltoso e gravato da significativa tossicità. L’immunoterapia e il trapianto di cellule staminali si sono dimostrati utili.

LEUCEMIA MIELOCITICA ACUTA (L. mieloide acuta)
È malattia dell’adulto, con una età media d’insorgenza di 50 anni, tipicamente può far seguito a chemioterapia o radioterapia fatte per altro cancro. Di comune riscontro anomalie cromosomiche e genetiche, anche in questo caso si considerano fattori favorenti esogeni (radiazioni-solventi-benzene-fumo-pesticidi). I sintomi ricordano quelli della leucemia linfoide acuta (affaticamento, pallore, sanguinamento, ecchimosi, febbre). Striscio di sangue periferico e del midollo osseo confermano la diagnosi. La percentuale di remissione dopo trattamento può giungere all’85%. La prognosi tuttavia rimane incerta. Il trapianto di cellule staminali è prezioso presidio in pazienti che non rispondono adeguatamente al trattamento e nei pazienti più giovani.

LEUCEMIA LINFOCITICA CRONICA (L. linfatica cronica)
Nel mondo occidentale è la più frequente, è anche diffusa tra gli ebrei dell’Europa dell’est. Età mediana alla diagnosi 60 anni, due volte più frequente negli uomini, di comune riscontro la familiarità. L’ esordio è insidioso, forse in quasi la metà dei casi la diagnosi viene fatta casualmente in corso di controlli di laboratorio. I pazienti possono riferire astenia e malessere, presentare sudorazione notturna, febbricola, calo di peso, ingrossamento di linfonodi, fegato, milza e manifestazioni cutanee insolite.

Il numero dei linfociti è elevato (linfocitosi), comune l’anemia e il calo delle piastrine. La certezza diagnostica giunge dall’esame dello striscio di sangue periferico, l’aspirato midollare ha significato in termini di diagnosi differenziale. La malattia ha un andamento torpido e progressivo. La scelta di trattarla non si basa sulla diagnosi, ma sui sintomi (soprattutto), sulle modificazioni dell’assetto ematico, sul grado di ingrossamento degli organi coinvolti. La strategia terapeutica prevede in particolare chemioterapia, terapia con Ac monoclonali, terapia di sostegno (corticosteroidi, trasfusioni, immunoglobuline e cicli di terapia antibiotica per le ricorrenti infezioni).

LEUCEMIA MIELOIDE CRONICA (L. granulocitica cronica, L. mielocitica cronica)
Modestamente più comune nei maschi, colpisce tutte le età, è rara prima dei 10 anni, frequente tra i 45 e i 55 anni. Anche in questa radiazioni e tossici ambientali sono favorenti. In circa il 30% dei casi la diagnosi è casuale (esami di laboratorio), non presentando il paziente sintomi che possono far sospettare la patologia. Inizialmente vi è malessere, perdita di appetito e peso, quindi compaiono febbricola, facilità ad ecchimosi e sanguinamento, manifestazioni cutanee, sudorazione notturna, senso di “pienezza addominale”, ingrossamento della milza, talora imponente, e dei linfonodi. Nel sangue vi è un incremento, anche notevole, dei neutrofili (leucosi neutrofila); la diagnosi è certa se è presente il cromosoma Philadelphia (90-95% dei casi), cromosoma di traslazione, generato cioè dallo spostamento di parte del cromosoma 9 al cromosoma 22. Nel trattamento hanno migliorato di molto la prognosi gli inibitori della tirosin-chinasi (TKI), chemioterapia e trapianto di cellule staminali possono aiutare nelle forme resistenti e a progressione più rapida.

LINFOMI
I linfomi sono un gruppo eterogeneo di neoplasie maligne caratterizzate da proliferazione incontrollata dei linfociti (linea linfoide) del sistema linfatico, della milza, del midollo osseo. Sono coinvolte cellule progenitrici e mature normali, possono tuttavia generarsi cellule anomale. Di fatto nella fase precoce della malattia la distinzione tra leucemia e linfoma è sovente difficoltosa.

Comprendono il linfoma di Hodgkin e i linfomi non Hodgkin.

LINFOMA DI HODGKIN (malattia di Hodgkin)
Più frequente tra i 15 e i 40 anni di età e tra i 50 e 60 anni, molto raro prima dei 10 anni. Sono incriminati come fattori almeno favorenti virus, per esempio di Epstein-Barr (mononucleosi infettiva) e herpes virus 6, alcune malattie autoimmuni (artrite reumatoide, sindrome di Sjogren, LES), radioterapia, chemioterapia, lavoro con il legno. Più spesso esordisce con ingrossamento dei linfonodi, comunemente vengono per primi apprezzati quelli sovraclaveari e quelli laterocervicali. Sintomo inspiegato, ma caratterizzante è la comparsa di dolore nelle aree colpite dopo l’assunzione di bevande alcoliche, altri sintomi sono febbricola, sudorazione notturna, perdita di peso, prurito (precoce e intenso). In relazione alla sua evoluzione, molto variabile, possono aversi ingrossamento di milza e fegato, interessamento osseo, polmonare, del sistema nervoso e dei vasi.
La diagnosi è certa se presenti le cellule di Reed-Sternberg su prelievo (biopsia) da linfonodi o da altri organi coinvolti. Altri esami di laboratorio e strumentali (Rx-TC-PET) vengono attuati per una migliore definizione complessiva e diagnosi differenziale. Il trattamento comporta la guarigione in circa l’80% dei pazienti e consiste in chemioterapia, talvolta radioterapia.

LINFOMI NON HODGKIN (LNH)
Più frequenti della malattia di Hodgkin, costituiscono il 4-6% di tutte le neoplasie, l’età media di esordio è 50 anni, vi è un loro costante incremento dagli anni 70. Nella loro genesi hanno un ruolo virus (sono frequenti in pazienti infetti da HIV), condizioni autoimmuni, esposizione a sostanze chimiche, infezione da Helicobacter pylori. Praticamente ugualmente presenti in entrambi i sessi, ha senso una loro distinzione in aggressivi e non aggressivi (indolenti). Nell’infanzia e in giovane età (30-40 anni) sono spesso aggressivi. Si ha ingrossamento rapido dei linfonodi in più sedi, febbre/febbricola, sudorazione notturna, calo di peso e sintomi correlati alle diverse localizzazioni (difficoltà respiratorie, edema di scroto e gambe, ostruzione urinaria, coliche addominali, alterazioni neurologiche).
Hanno un migliore decorso i LNH indolenti, vi è ingrossamento dei linfonodi e astenia, rari febbre/febbricola, sudorazione notturna, calo ponderale.
Nei LNH costante la leucosi. Per la diagnosi e la terapia fondamentali gli studi sulle specifiche caratteristiche biologiche delle cellule coinvolte. Le indagini strumentali definiscono localizzazioni ed estensione del danno. Il trattamento si avvale di chemioterapia, radioterapia, terapia con Ac monoclonali, trapianto di cellule staminali. La prognosi è molto variabile, non sono infrequenti remissioni durature o anche guarigioni.
Sono LNH particolari il linfoma di Burkitt (tumore a rapida crescita, nei bambini soprattutto, endemico in Africa) e la micosi fungoide (linfoma della cute che si manifesta con prurito, da moderato a intenso, e alterazioni cutanee).

10 luglio 2025