MANO: TRAUMI E PATOLOGIE

Nell’uomo la funzione di prensione della mano, unica in natura per efficacia, molto ha influito sulla evoluzione della specie. La mano è anche una importante struttura sensoriale, le “informazioni tattili” integrano quelle visive, permettendo una conoscenza completa e certa dell’ambiente esterno.
Lo scheletro della mano (Fig.1) comprende:

  • il carpo che è formato da 8 ossa brevi. Questo, insieme alle estremità distali di radio e ulna, corrisponde alla regione del polso;
  • il metacarpo, formato da 5 ossa lunghe, che corrisponde alla regione palmare della mano;
  • le falangi, ossa delle dita, sono 3 per ciascun dito, tranne il pollice che ne ha 2.

TRAUMI

  1. Fratture del metacarpo (frattura del pugile)
    Di solito da trauma diretto, per esempio un colpo a pugno chiuso. Sono causa di dolore, tumefazione, a volte deformità. Il trattamento prevede eventuale riduzione e immobilizzazione. In presenza di ferite necessaria una accurata pulizia ed eventuale profilassi antibiotica.
  2. Fratture del polso
    Comuni, di solito sono il risultato di una caduta sulla mano tesa. E’ la parte distale del radio a fratturarsi, a volte anche quella dell’ulna. In presenza di un danno del nervo mediano risulta compromessa la sensibilità del dito indice e la “presa” pollice-mignolo. Vi è dolore/dolorabilità, spesso gonfiore, a volte deformità. Per la diagnosi Rx, a volte TC. Il trattamento prevede riduzione della frattura e immobilizzazione.

Fig.1: scheletro della mano destra, lato dorsale.

  1. Fratture navicolari
    L’osso navicolare o scafoide (Fig.1) è l’osso del carpo che più frequentemente si frattura, tipicamente a seguito di caduta su braccio esteso. Il polso (lato radiale) è gonfio e dolente. Poiché possono compromettere la circolazione del sangue e indurre invalidità e degenerazione artrosica vanno attentamente valutate e seguite. Per la diagnosi Rx, nel dubbio RM. Il trattamento comporta bendaggio o tutore, entrambi con pollice incluso. A volte è necessario intervento chirurgico.
  2. Fratture delle estremità (punta o ciuffo) delle dita
    Frequenti, solitamente da schiacciamento.  Il polpastrello è dolente e gonfio. La colorazione nero-bluastra dell’unghia ci dice della presenza di un ematoma subungueale (raccolta di sangue) comunemente dovuta a lacerazione del letto ungueale. Il trattamento prevede l’impiego di tutore e, se necessario, il drenaggio dell’ematoma (in condizione di urgente bisogno si impiegherà un ago da 18 che verrà ruotato fino alla perforazione dell’unghia oppure uno spillo o un ago caldo, sarà il calore a perforare l’unghia). Raramente necessario l’intervento chirurgico correttivo o la riparazione del letto ungueale con suture.
  3. Dito a martello
    Solitamente dovuto ad una flessione traumatica della falange distale (Fig.1), per esempio da colpo di palla. Il tendine flessore viene “strappato” con o senza frattura e l’estremità del dito rimane flessa (a martello), ma può essere passivamente raddrizzata. Il trattamento abituale prevede immobilizzazione con tutore rigido, a volte trattamento chirurgico.
  4. Deformità “ad asola” o “a bottoniera”
    La deformità è dovuta alla flessione dell’articolazione interfalangea prossimale e alla estensione di quella distale (Fig.1), essa è causata da lacerazione tendinea, lussazione o frattura. Può complicare l’artrite o l’artrosi. Il trattamento prevede immobilizzazione immediata per evitare deficit. L’intervento chirurgico apporta più spesso miglioramento, ma non risoluzione.

PATOLOGIE

  1.  Sindrome del tunnel carpale
    Più frequente tra le donne, di solito dopo i 50 anni di età, bilaterale in 1/3 dei casi, è favorita da artrite, artrosi, diabete, ipotiroidismo, amiloidosi, attività che comportano frequenti flessioni-estensioni del polso. È una neuropatia da compressione del nervo mediano nella regione del polso. Inizialmente si hanno formicolio e intorpidimento a carico di pollice, indice, medio e parte dell’anulare al mattino e durante la notte soprattutto. Successivamente compaiono dolore che può irradiarsi fino alla spalla, ridotta sensibilità e forza della mano. Opportuna elettromiografia (EMG) per valutare il grado di sofferenza del nervo. Il trattamento prevede FANS, tutore posizionale nella notte, infiltrazioni. La decompressione chirurgica, se necessaria, non è da ritardare perché disturbi di sensibilità e deficit di forza possono continuare ad aversi nonostante l’intervento.
  2. Sindrome (malattia) di De Quervain
    Infiammazione
    dei tendini estensore breve e abduttore lungo del pollice che può progredire in un ispessimento degli stessi. Nettamente più frequente nelle donne, solitamente dovuta a microtraumi frequenti e persistenti a carico di polso e pollice (musicisti, uso abituale di tastiera e mouse, posizioni obbligate del polso durante l’allattamento con il biberon o quando si solleva il neonato). Talvolta secondaria ad artrite. Il dolore è al polso (lato radiale) e al pollice, esacerbato da alcuni movimenti quali aprire un barattolo, strizzare un panno. La zona colpita può risultare tumefatta. Eventualmente ecografia, Rx. La terapia comporta riposo funzionale, tutore, antinfiammatori, stretching, infiltrazioni. È consigliabile una responsabile aderenza al trattamento conservativo poiché l’intervento chirurgico può compromettere la funzione sensitiva del nervo radiale o indurre la formazione di un dolorosissimo neuroma reattivo.
  3. Sindrome del tunnel cubitale
    Sovente dovuta al fatto di poggiarsi frequentemente sui gomiti o a prolungate flessioni del gomito. Il dolore è al gomito, vi sono intorpidimento e parestesie al dito anulare, al mignolo e al tratto della mano sotto di essi. Vi è una compressione-trazione del nervo ulnare al gomito. Il trattamento prevede tutore notturno, protezione del gomito con cuscinetto, eventualmente terapia chirurgica.
  4. Malattia (retrazione) di Dupuytren
    Vi è ispessimento e retrazione della fascia della palma della mano. Comune, più spesso tra gli uomini dopo i 45 anni. Solitamente il primo segno è un nodo in prossimità del dito medio e anulare, poi si forma e si apprezza una corda sottocutanea, infine la mano tende a chiudersi. La terapia prevede infiltrazioni e intervento chirurgico.
  5. Morbo di Kienbock
    Di regola colpisce la mano dominante di uomini tra i 20 e i 45 anni che svolgono attività manuali pesanti. Il dolore è al polso che risulta tumefatto. È espressione di un danno degenerativo dell’osso semilunare fino alla necrosi. Per la diagnosi indispensabili RM, TC. La terapia è solo chirurgica.
  6. Artrosi della mano
    Estremamente frequente. Più spesso nella donna. Comuni dolore e rigidità delle articolazioni interfalangee (Fig.1) e della base del pollice (rizoartrosi). In corrispondenza delle articolazioni possono aversi deformità (nodi di Heberden e di Bouchard). Diversamente che nell’artrite la rigidità al mattino dura meno di 30 minuti e dolore e impedimento non migliorano con l’uso. Il trattamento è sintomatico con analgesici, riposo, tutori, infiltrazioni. Solo in presenza di gravi alterazioni e compromissione funzionale possono essere considerate le procedure chirurgiche.
  7. Deformità a collo di cigno
    Consiste nell’impossibilità di articolare normalmente il dito per un blocco dell’articolazione interfalangea prossimale in estensione e interfalangea distale in flessione. E’ caratteristica dell’artrite reumatoide, ma può aversi per altre varie cause (dito a martello, LES, malattia reumatica, affezioni muscolari e tendinee, fratture malconsolidate). Il trattamento prevede, quando possibile, la correzione della causa. Un’ortesi funzionale ad anello può giovare.
  8. Tendinite dei flessori delle dita (dito a scatto-dito sul grilletto)
    E’ una infiammazione dei tendini flessori delle dita con evoluzione in fibrosi. Per lo più idiopatica. Il dito può bloccarsi in flessione o estendersi improvvisamente con uno schiocco (scatto). Solitamente trattamento conservativo (FANS, tutore, infiltrazioni), talvolta trattamento chirurgico.
  9. Cisti o gangli
    Neoformazioni
    sottocutanee a contenuto liquido gelatinoso o mucoso che si sviluppano spontaneamente, solitamente in adulti di 20-50 anni, più spesso uomini. Di dimensioni variabili, compaiono sulle mani, soprattutto polso (lato dorsale). La causa è nella gran parte dei casi sconosciuta, può formarsi in pazienti con artrite reumatoide. Se dolente o dolorosa o esteticamente fastidiosa può essere svuotata con ago. In alcuni casi, tuttavia, è necessaria l’escissione chirurgica. Può recidivare.

A conclusione solo un’annotazione sulla mesoterapia. Efficace anche dove altri trattamenti hanno fallito, è, nonostante i progressi fatti, ancora poco conosciuta e diffusa e relativamente rari sono i medici che la fanno in modo adeguato.

8 marzo 2023