Melanoma

melanomaMelanoma cutaneo, carcinoma basocellulare (basalioma, epitelioma basocellulare) e carcinoma squamocellulare o spinocellulare sono i maggiori tumori della pelle. L’esposizione ai raggi ultravioletti da sorgente naturale o artificiale può favorire la loro comparsa. Non è corretto giudicare la sola applicazione sulla pelle dei prodotti di protezione comportamento sufficiente ad evitare sia i tumori che un più rapido invecchiamento della pelle. Bisogna considerare il foto-tipo (maggior rischio per le persone con una pelle chiara che fatica ad abbronzarsi) e la latitudine del luogo per quanto riguarda l’esposizione alla luce naturale. E’ necessario evitare di esporsi al sole per tempi prolungati e nelle ore più calde. L’abbronzatura, una volta attuata, è la migliore foto-protezione possibile. Superfluo ricordare che non bisogna assolutamente esporre ai raggi solari diretti i neonati e i bambini più piccoli. Consigliabile realizzare, 15 giorni prima e per tutto il periodo di esposizione al sole, un’adeguata nutrizione attiva che prevede l’integrazione con beta carotene, acido ascorbico, tocoferolo, acidi grassi omega 3.

Esaurita questa breve e utile premessa, chiamiamo melanoma (melanocarcinorna„ melanoepitelioma, melanoscirro) un tumore maligno che ha origine da una mutazione dei rnelanociti o delle cellule neviche. Può, quindi, manifestarsi su cute indenne o essere il risultato di una degenerazione di un nevo (neo). Rare le localizzazioni primitive non cutanee (meningi, occhi, vulva, ano, canale anorettale, cavità orale e nasale). La possibilità di “controllare” i propri nevi (tutti ne presentano qualcuno) rappresenta un vantaggio. Essi sono di diversa misura, di vario colore, piani o rilevati, lisci o verrucoidi, glabri o centrati da peli. Sono nevi le lentiggini, a volte confuse con le efelidi. Queste ultime compaiono in estate.
Sono da considerare segni di degenerazione di un neo i cambiamenti di grandezza, forma e colore, la modificazione della cute circostante, il manifestarsi di prurito o fastidio locale, il sanguinamento, l’erosione. Tra le sedi dì metastizzazione vi sono: linfonodi, cute e sottocute, polmoni, fegato, cervello, stomaco, intestino.
La cura del melanoma in fase non precoce è difficile. In questa fase la chirurgia è meno impiegata e altri trattamenti vengono messi in atto, tra questi la terapia biologica ed immunologica.
Il progredire delle conoscenze in biologia e immunologia avvicinano la medicina ufficiale a quella omeopatica omotossicologica (Omotossicologia) che ha suoi fondamenti in esse. La terapia omotossicologica è utile ausilio nel trattamento del melanoma. I tempi e i modi di impiego dei farmaci omotossicologici sono stabiliti dal medico curante.
Salvo necessità, non è opportuno modificare in modo sostanziale l’abituale alimentazione; ovviamente vanno subito corretti i comportamenti oggettivamente sbagliati come l’eccessivo consumo di alcolici. Nell’ambito di una nutrizione attiva l’impiego di aglio e piante aromatiche è opportuno così come il consumo di legumi, frutti di bosco, arance, tè verde, crucifere (attuare cotture brevi per non ridurne eccessivamente le proprietà benefiche), pesce azzurro di piccole dimensioni, cioccolato fondente. Eventualmente una integrazione farmacologica, anche come preparazione galenica, verrà decisa dal medico.
Infine può considerarsi utile, quale trattamento complementare, la mesoterapia finalizzata ad un’azione immunostimolante.

2 giugno 2013