OCCHIO: ERRORI DI RIFRAZIONE

Gli occhi, complessi e di incredibile perfezione, sono il risultato evolutivo codificato dal nostro materiale genetico e da quello di batteri, questo acquisito per trasferimento. Il fatto che nella realizzazione del nostro corpo, così com’è, abbiano partecipato organismi come virus e batteri è importante acquisizione recente.

PARTI DELL’OCCHIO

  • Palpebre
    Difendono l’occhio da traumi e luce eccessiva, distribuiscono con il loro movimento lacrime e secrezioni ghiandolari così da lubrificarlo e allontanare corpi estranei.
  • Apparato lacrimale
    È composto dalla ghiandola lacrimale, alloggiata nella parte esterna e superiore dell’orbita, e dal sistema lacrimale che dalle palpebre convoglia le lacrime nel naso. Il liquido lacrimale è ricco di sale e lisozima, quest’ultimo protegge dalle infezioni.
  • Congiuntiva
    Sottile strato di natura prevalentemente mucoso che copre la parte interna delle palpebre per andare, poi, a coprire l’occhio, formando il sacco congiuntivale. L’infiammazione della congiuntiva è conosciuta come congiuntivite.
  • Cornea
    Dopo la congiuntiva. È la parte anteriore della tunica del globo oculare che posteriormente si continua nella sclera (Fig.1). Le infiammazioni della cornea sono denominate cheratiti.

Fig.1: occhio in sezione orizzontale.

  • Sclera o sclerotica
    Resistente, anelastica, serve a mantenere la forma del globo oculare (Fig.1).
  • Iride
    Si trova dietro la cornea e davanti al cristallino. Di forma circolare, è una membrana colorata che al centro presenta un’apertura: la pupilla (Fig.1) I movimenti della pupilla sono: contrazione e dilatazione. Separa la camera anteriore del globo oculare da quella posteriore (Fig.1). Nelle due camere si trova l’umor acqueo, liquido che provvede soprattutto al mantenimento della normale pressione intraoculare.
  • Cristallino
    È la lente dell’occhio, struttura trasparente, biconvessa, circolare, sospesa tra iride anteriormente e corpo vitreo posteriormente (Fig.1). Ogni opacità del cristallino viene definita cataratta. La cataratta degenerativa senile è comune, altri tipi sono quella da calore, traumatica, da radiazioni, congenita. Il cristallino modifica la sua forma con il variare della distanza di ciò che si guarda, in tal modo converge correttamente i raggi sulla retina (potere rifrattivo). Questa “azione” del cristallino è detta accomodazione.
  • Corpo vitreo
    Sostanza incolore e trasparente che riempie la cavità posteriore del globo oculare, dietro il cristallino (Fig.1). È qui che si possono avere le cosiddette “mosche volanti”, minute ombre che il soggetto “vede”. Sono comuni e di regola non costituiscono alcun problema.
  • Retina
    Delicata membrana che avvolge il corpo vitreo (Fig.1). Indispensabile nella percezione visiva, per alcune peculiari caratteristiche si può senz’altro definirla una espansione del nervo ottico.
    Il nervo ottico (nervo del II paio) dall’occhio (Fig.1) si porta all’area della visione dell’encefalo.

ERRORI DI RIFRAZIONE

L’occhio è in grado di vedere gli oggetti lontani senza accomodare, convergendo i raggi paralleli da essi provenienti direttamente sulla retina. Le variazioni da questa condizione, definita emmetropia (Fig.2), costituiscono un errore di rifrazione o ametropia. Sono ametropie l’ipermetropia (Fig.2), la miopia (Fig.2), l’astigmatismo e la presbiopia.

  1. Ipermetropia
    Errore di rifrazione in cui i raggi paralleli convergono, cioè sono messi a fuoco, dietro la retina (Fig.2). L’occhio ipermetrope, quindi, non può vedere chiaramente gli oggetti lontani se non accomoda, inoltre per vedere gli oggetti vicini (raggi divergenti) deve accomodare di più di un occhio emmetrope. L’accomodazione è realizzata soprattutto dal cristallino che aumenta la sua convessità. Il muscolo ciliare che agisce sul cristallino modificandone la curvatura è in costante contrazione. È dovuta comunemente a un ridotto diametro anteroposteriore dell’occhio (occhio corto) ed è difetto congenito. Raramente riconosce altre cause come l’assenza del cristallino o una sua alterata convessità.
    Se l’errore rifrattivo non è molto alto o il soggetto non è avanti negli anni in genere si ha una buona visone per lontano, nella visione da vicino (lettura, scrittura, lavoro) possono invece aversi dolorabilità agli occhi o sopra di essi, mal di testa solitamente frontale, nevralgie, congiuntivite, lacrimazione, senso di bruciore o pesantezza, fotofobia, sonnolenza, annebbiamento della vista. L’insieme di tali disturbi viene definita “astenopia”.
    Gli occhi ipermetropi possono andare incontro a strabismo convergente e glaucoma (aumento della pressione intraoculare).
    La terapia prevede l’impiego di lenti a tempiale o lenti corneali.
  1. Miopia
    Errore di rifrazione in cui i raggi paralleli sono messi a fuoco davanti alla retina (Fig.2). Quasi sempre dovuta ad un allungamento del diametro anteroposteriore dell’occhio (occhio lungo). Raramente congenita, può esserci, tuttavia, una predisposizione ereditaria. Si ritiene che carenze alimentari e fattori endocrini possano favorirla. Frequente nei nati prematuri.
    Si presenta in età precoce e può progredire. Dopo i 20 anni tende a stabilizzarsi o continua a progredire raggiungendo anche valori alti (miopia progressiva). Nella miopia elevata spesso gli occhi sono prominenti e si tende a strizzarli. Il miope ha una buona visione da vicino, ha invece una visione più o meno indistinta per lontano. La terapia prevede lenti a tempiale, lenti corneali, trattamento foto-ablativo con laser, bifachia (inserimento di lenti intraoculari in camera anteriore o posteriore).
    Inoltre per evitare la tendenza all’aumento della miopia bisogna concedersi sufficiente vita all’aria aperta e adeguate ore di sonno. Le attività che prevedono la visione da vicino, per quanto possibile, devono essere limitate e l’illuminazione deve essere ottimale.
    Considerando la predisposizione al distacco di retina è utile, per quanto possibile, evitare sforzi improvvisi e chinare il capo spesso o per tempi lunghi.

Fig.2: schema della rifrazione dell’occhio.

  1. Astigmatismo
    Errore di rifrazione in cui i raggi paralleli sono messi a fuoco in differenti punti dietro la cornea, diversamente che nell’emmetropia, nell’ipermetropia e nella miopia in cui vengono messi a fuoco in un sol punto. L’astigmatismo è dovuto ad una irregolare curvatura della cornea. Congenito, può essere tuttavia acquisito, in tal caso è dovuto a un danno della cornea da infiammazione, trauma, intervento chirurgico, cicatrici. L’astigmatico ha una visione indistinta e le immagini possono risultare più o meno allungate. È in genere presente astenopia soprattutto da vicino, ma anche nella visione da lontano. Nelle forme acquisite la compromissione può essere molto severa.
    La terapia prevede lenti a tempiale e lenti corneali.
  2. Presbiopia
    Consiste in una diminuita capacità di accomodare che comporta una compromissione della visione da vicino. È un fatto fisiologico che solitamente si comincia ad apprezzare intorno ai 45 anni di età. L’alterazione riconosce una ridotta elasticità del cristallino e un indebolimento del muscolo ciliare. Il presbite deve allontanare le sue attività da vicino per vedere distintamente e ha bisogno di maggiore illuminazione. Nel tempo può accusare astenopia. La visione da lontano non è compromessa.
    La terapia prevede lenti convesse.
12 settembre 2023