OLOCAUSTO PALESTINESE

Nell’antichità l’olocausto consisteva nel sacrificare, come offerta alla divinità, solitamente animali, bruciandoli interamente. Nella conoscenza comune s’intende lo sterminio degli ebrei perpetrato dai tedeschi nella seconda guerra mondiale e, in tono minore, quello attuato dagli USA con la bomba atomica della gente giapponese di Hiroshima e Nagasaki. Importante fu l’incremento di tumori del sangue tra i sopravvissuti al bombardamento atomico, era l’anno 1945.
Penso si possa ora definire olocausto anche lo sterminio dei palestinesi della Striscia di Gaza attuato dagli ebrei d’Israele. Non si muore lì di solo fuoco, ma anche di fame, stenti, malattia.
Comprendiamo ormai che lo scopo d’Israele non è punire Hamas e liberare gli ormai pochi ostaggi ancora vivi e avere i corpi di quelli deceduti, ma di perseguitare e disperdere il popolo della Striscia, magari per fare di essa un “centro turistico di prestigio”, come pensato da Donald Trump, attuale presidente della democrazia più longeva al mondo.
Di più, nuova deriva bellica è iniziata, quella tra Israele e Iran. È “guerra preventiva”, come la vaccinazione per il morbillo o come portarsi l’ombrello quando il cielo è nuvoloso. L’Iran ha un progetto atomico senza, però, bomba atomica. Fondamentalista e quindi per assunto inaffidabile l’Iran va fermata da Israele, fondamentalista anche di più nella sua ortodossia religiosa dominante, fatta di (soli) uomini in nero non personalmente belligeranti e dagli USA. Poiché l’idea di Donald Trump di annettersi il Canada non ha avuto seguito, può pensare di aver presenza e anche utilità in Iran, in un Oriente che nel tempo diversi dispiaceri e preoccupazioni ha dato agli USA. Israele è ottima sponda in luogo, militarmente dotata anche di bomba atomica e affidabile perché ha necessità per esistere della benevolenza USA.
In simile scenario Russia e Cina, potenze mondiali primarie, ma non pari a quella statunitense, non possono che avere comportamenti accorti per non sbilanciare equilibri di sostanza e interessi. Il resto del mondo, come ogni momento possiamo verificare, conta poco o affatto, in vero non per impossibilità. Non ci sarà conflitto mondiale e il terrorismo islamico sarà opera di singoli che agiranno per loro conto. È un momento storico in cui obiettivamente qualche difficoltà esiste nell’immaginarsi il futuro. Potenti cinici, prepotenti, insipienti e litigiosi, anche molto religiosi minano alla base civiltà e democrazia. È questo il reale pericolo. Non bisogna passivamente affidarsi a speranze salvifiche perché la storia ci dice come tali speranze possono prendere forma in uomini come Adolf Hitler e Benito Mussolini. Poiché, tuttavia e comunque, tutto parte dal popolo, i popoli e gli individui che li formano dovrebbero modificare comportamenti e pensieri per non ritrovarsi in un futuro sgradevole o più sgradevole a chiedersi chi lo ha voluto e a chi piace. Primo importante segnale di cambiamento potrebbe essere certamente sganciarsi dalla complicità tacita all’olocausto palestinese.