Osteoporosi

L’osteoporosi consiste in una ridotta densità ossea tale da compromettere la “tenuta” dello scheletro e realizzare fratture, macro, ma soprattutto microfratture. Quando avvengono, le microfratture sono spesso non avvertite. Comuni sedi di fratture sono l’estremità prossimale del femore (anca), l’estremità distale del radio (polso), l’epifisi prossimale dell’omero, il bacino, le coste, le vertebre.

Le vertebre più colpite dalla osteoporosi (OP) sono le ultime toraciche e le prime lombari. All’esame radiologico in caso di OP severa l’aspetto tipico della vertebra è a “cuneo” o a “lente biconvessa”. La persona affetta da OP vertebrale presenta abitualmente una aumentata convessità del dorso, questa  può essere così marcata da rendere difficoltoso anche alzare la testa. L’OP primaria è comune ed è di gran lunga più frequente in donne in post-menopausa (tipo I) e in uomini anziani (tipo II). E’ rara nei bambini o in giovani adulti.

L’OP secondaria è dovuta a:

  • Immobilizzazione;
  • Assunzione prolungata di farmaci come cortisone, eparina, anticonvulsivanti, antidiabetici, chemioterapici;
  • Malattie reumatiche come artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico;
  • Malattie endocrine come diabete, ipogonadismo, sindrome di Cushing;
  • Malattie gastroenteriche come celiachia, malattia intestinale infiammatoria cronica;
  • Malattie ematologiche come leucemia, Aids;
  • Malattie renali come acidosi tubulare, ipercalciuria;
  • Malattie respiratorie croniche;
  • Cancro

I pazienti affetti da OP possono non avere disturbi anche per anni. La comparsa di dolore diffuso e alla schiena è sospetto. Il dolore alla schiena può insorgere all’improvviso, non si irradia e peggiora con il carico. Tende a ridursi nello spazio di qualche settimana. Il dolore che resta può continuare indefinitamente tedioso, resistente, limitante. Una bassa massa ossea al termine della crescita è forse il principale elemento di rischio, pertanto uno stile di vita giusto è indispensabile fin da piccoli. Sono necessari una alimentazione corretta, movimento, esposizione alla luce naturale. Nel corso della vita:

  • Attività fisica meglio con carico;
  • Riduzione/abolizione dei “bone robbers” (ladri di osso) cioè caffè, fumo, alcool;
  • Esposizione alla luce naturale;
  • Peso corporeo adeguato (troppo magri non va bene!);
  • Alimentazione varia e bilanciata

Per la diagnosi di OP viene impiegata la DEXA (assorbimetria a raggi X a doppia energia). Generalmente la misurazione della densità ossea viene fatta su femore e vertebre lombari. Una DEXA > 2,5 indica osteoporosi franca. Una volta diagnosticata bisogna valutare la possibilità di una OP secondaria attuando le opportune indagini.
E’ raccomandabile che le donne sopra i 65 anni di età e i soggetti con fattori di rischio eseguano periodicamente la DEXA. Ciò realizzerebbe in termini economici significativi risparmi per la comunità se si considera il costo di farmaci, assistenza, interventi chirurgici, presidi. La riduzione della massa ossea, seppure in lenta progressione (0,3%-0,5% all’anno), inizia verso i 35 anni di età. Già in giovane età, quindi, il perfetto equilibrio tra formazione e riassorbimento osseo, regolato da paratormone (PTH), calcitonina, estrogeni, citochine, prostaglandine e forse altri fattori, si modifica. Tuttavia se in tutti si riduce la densità ossea non tutti sviluppano l’OP.
La domanda è : in che misura i fattori esterni, piuttosto che quelli interni, intervengono nel determinare l’OP?
Ritengo che quelli esterni (parliamo di OP primaria) hanno un ruolo preminente. E’ essenziale mantenersi fisicamente attivi, avere una corretta alimentazione, esporsi alla luce naturale anche nei mesi freddi. Nella dieta non devono mancare gli alimenti “nutrient-dense” (ricchi di nutrienti), come carne, pesce, uova, latte, latticini. Devono essere presenti frutta, verdure, cereali. Il consumo “maniacale” di cereali integrali e l’assunzione “trend” di fibre è dannoso, poiché inibisce a livello intestinale l’assimilazione di nutrienti fondamentali come sali minerali e vitamine. Non mi soffermo sulla terapia tradizionale dell’OP che spesso risente dell’orientamento personale e di specializzazione del medico.

Tra i rimedi omotossicologici e di integrazione che trovano impiego in questa condizione: Guna-Calcitonin , Guna-Beta-Estradiol, Guna-Beta-Endorfin, Guna-IGF 1, Profem, Symbiofem Plus, Gunabasic, Colostrononi, Galim-Heel, Arnica comp. Heel, Damiana compositum, Lilium compositum, Selenium compositum, Zeel-T, Funiculus umbilicalis suis. La scelta di come impiegarli è del medico. La mesoterapia, infine, con l’uso di trofici e antidolorifici permette di solito un buon controllo della componente algica della malattia.

5 novembre 2018