PANDEMIA SARS-COV2 APRILE 2023: REALTÀ E PERCEZIONE

La scienza è tale se dubita e si confronta”

REALTÀ

La pandemia SARS-CoV2 non è ufficialmente finita. Si è esaurito il periodo più gravoso e penoso, tuttavia in Italia vengono ancora registrati intorno ai 20.000 casi/settimana e 200 decessi/settimana. È ragionevole ritenere che i casi d’infezione siano più numerosi, essendosi ridotti i controlli specifici (tamponi) e che un certo numero di malattie influenzali sia dovuto al Coronavirus.

Al marzo 2023 nel mondo i casi accertati dall’inizio della pandemia sono 760.360.956 e i morti 6.873.477, in Europa 275.409.403 i casi e 2.206.223 i morti, in Italia 25.673.442 i casi e 188.933 i morti.
Nel mondo si può calcolare intorno al 10% la percentuale di deceduti analoga a quella che si era riscontrata nella epidemia da SARS-CoV1 del 2002-2004 che coinvolse più di 30 paesi e interessò l’Italia in modo assai marginale.
Si stima che il 10-20% dei soggetti che hanno contratto e contraggono l’infezione, anche poco o affatto sintomatica, sviluppi il “Post CoV-19 condition” o “Long Covid”. Si manifesta a 2-6 settimane dall’infezione, tra i sintomi stanchezza e affaticamento (comuni), tosse, “fiato corto”, difficoltà di concentrazione e confusione (brain fog), algie muscolari ed articolari, dolorabilità al torace, eruzioni cutanee, anche pruriginose. Il trattamento mira ad alleviare i disturbi, in presenza di sintomi come tosse, “fiato corto” e dolorabilità al torace necessari accertamenti (possibilità di miocardite, pericardite, compromissione broncopolmonare).

È la pandemia dei vaccini ad mRNA. Abbandonati abbastanza presto quelli ad “mRNA+vettore virale” per numero di eventi avversi e morti, sono impiegati solo quelli ad mRNA.
Al febbraio 2023 le dosi di vaccino fatte nel mondo sono state 13.226.873.459. Si è vaccinato di più negli Stati Uniti ed in Europa, in alcune nazioni anche grazie all’attivazione di penalizzazioni nei confronti dei cittadini che non si vaccinavano. In Africa e in altri luoghi poveri del mondo si è vaccinato poco o a macchia di leopardo.
I vaccini ad mRNA si caratterizzano per dare una protezione breve e calante e per non essere sterilizzanti (il vaccinato può contagiarsi e contagiare). In Italia nel periodo 27.12.2020-26.12.2022 le dosi di vaccino somministrate sono state 144.354.770. Le reazioni avverse 140.595 (gravi 18,7% – non gravi 81,3%). I decessi sicuramente correlati alla vaccinazione 29 (circa 0,2 casi ogni milione di dosi somministrate). Tra gli eventi avversi da vaccino:

  • anafilassi
  • polineuropatie
  • cefalea
  • miocardite
  • pericardite
  • paralisi periferica del nervo facciale
  • algie articolari e muscolari
  • gastroenteriti
  • ischemie tromboemboliche
  • conettiviti.

Sono, peraltro, diversi i medici che ritengono la mortalità post vaccino superiore a quella riportata dagli organi ufficiali. In proposito molto si parla delle così dette morti improvvise.
È condiviso che sia l’infezione virale che il vaccino possano indurre miocardite che può aversi anche in forma lieve con sintomi modesti e/o atipici. Dopo un periodo di latenza dalla miocardite di durata molto variabile può realizzarsi una cardiomiopatia dilatativa che può causare acute e severe alterazioni del ritmo cardiaco (aritmie). Sono queste aritmie le dirette responsabili delle morti improvvise.
Altro è la morte improvvisa che si ha solitamente in giovani atleti in cui la cardiomiopatia è ipertrofica e non dilatativa e non ha all’origine come causa un’ infezione virale o la vaccinazione. Essendo il periodo di latenza tra la miocardite da virus o vaccino e la morte improvvisa di durata assai variabile il nesso causale deve essere cercato.

PERCEZIONE

Quando si può considerare finita la pandemia? Come detto, la fine non è stata ancora ufficialmente dichiarata, è decisione della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Oggi, come mai prima, l’economia e non solo essa, è globale in un contesto di diseguaglianze sociali, sanitarie, igieniche, alimentari. È incessante, variegato, anche illegale o non controllato, il flusso di persone, merci, animali. In tale scenario attendere di non avere più casi di CoV2 per un determinato periodo di tempo per affermare che la pandemia è finita, è poco realistico. È più verosimile, invece, ritenere finita la pandemia quando tra la gente e nelle istituzioni cesserà la percezione di essa come qualcosa al di fuori dell’ordinario. È quello che sta già accadendo. L’OMS di questo e di un ragionevole e persistente contenimento dei casi, anche se con qualche differenza da paese a paese, dovrà aver conto per decidere la fine della pandemia.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

I vaccini ad mRNA non sono i migliori possibili:

  1. Non contribuiscono al contenimento della pandemia poiché non sterilizzano;
  2. danno una protezione breve e calante, da qui la necessità di richiami frequenti e una incertezza sulla reale durata e entità della immunizzazione;
  3. gli eventi avversi e i morti da vaccinazione sono sicuramente di più di quelli segnalati dagli organi ufficiali.

Per tali motivi è opportuno cercare alternative o soluzioni, ora che la fase di emergenza della pandemia si è esaurita. È indispensabile che l’OMS e gli stati singoli adottino modi di vigilanza sanitaria più efficaci. Ai paesi poveri, nell’interesse di tutti, dovrà essere data educazione e supporto sanitario. La Cina, da dove è partita sia l’epidemia da CoV1 (provincia di Quangdong) che l’attuale pandemia (Wuhan, città metropolitana dello Hubei), dovrà (già lo fa) fare adottare comportamenti igienici rigorosi  nei mercati tradizionali popolari di carni e animali vivi poiché è molto probabile che in questi mercati si sia realizzato il “salto di specie” (Spillover) del virus. Meno probabile, come invece da alcuni sostenuto, è che il CoV2 sia “uscito” dal Laboratorio Biologico di alta sicurezza di Wuhan. Si tratterebbe comunque di un incidente e non è confortante sapere che diversi dei più di 50 laboratori biologici di alta sicurezza presenti nel mondo abbiano carenze protettive.

A seguito del lock-down sono aumentati nei giovani i disturbi d’ansia, i disturbi del comportamento alimentare, i suicidi, gli atti di autolesionismo, le depressioni, il ritiro sociale (Hikikomori). Attribuire direttamente alla pandemia questa situazione è improprio, piuttosto essa ha reso palese e acutizzato un disagio esistenziale già presente. L’uomo è un animale tecnologico, il suo primato tra gli esseri viventi è dovuto alla tecnologia, ma essa è il mezzo non lo scopo della vita. Per i giovani la tecnologia è divenuta quasi lo scopo del vivere, la pandemia ha solo mostrato loro quanto questo modo di sentire sia illusorio. Da qui la loro sofferenza, ma anche la loro incapacità di affrancarsi da essa. Questo, insieme ad un certo egoismo dei genitori e ad una scuola che non stimola curiosità, confronto, amore per il sapere e la vita, è assai probabilmente all’origine dei disturbi.

3 aprile 2023