PIEDE E CAVIGLIA – PARTE PRIMA: I TRAUMI

I piedi sono essenziali nel “governare” postura ed equilibrio.
Definiamo postura tutti gli atteggiamenti statici del corpo che possiamo assumere, mentre definiamo equilibrio tutti gli atteggiamenti dinamici. Oltre che nella postura e nell’equilibrio il piede ha un ruolo nella propulsione che consente il movimento e nell’ ammortizzazione delle sollecitazioni pressorie.
Quanto sopra scritto è già sufficiente per intendere che i piedi meritano la nostra particolare attenzione.
Due le raccomandazioni:

  • indossare sempre calzature adeguate;
  • avere un gesto (atteggiamento/movimento) atletico, lavorativo e del quotidiano vivere corretto.

In merito alla seconda raccomandazione, perché il gesto sia corretto bisogna avere conoscenza e percezione del proprio corpo, bisogna acquisire un’intelligenza muscolare, respiratoria, sensoria e servirsene tutti i giorni.
Il gesto corretto diverrà, quindi, spontaneo ed opportuno, così sarà molto contenuto il rischio di infortuni, traumi, alterazioni dell’equilibrio e della postura e di patologie non solo del sistema muscolo-scheletrico.
Lo scheletro del piede (Fig. 1) conta 28 ossa, le articolazioni sono 30, i muscoli 20.
Lo scheletro della caviglia (Fig. 1) è formato da tibia, perone e astragalo che in essa si incontrano e la articolano. La caviglia (Fig. 1) è lo snodo dove la forza necessaria al funzionamento del piede viene distribuita in modo da renderlo efficace ed armonico.

Fig.1: ossa del piede e della caviglia di destra (faccia laterale)

Possiamo definire la pianta del piede “cuore periferico”, infatti la compressione delle sue vene ad ogni passo pompa il sangue verso il cuore. Proprietà di cui apprezziamo l’importanza già quando si è costretti a letto per più di 24 ore, il ritorno venoso, infatti, rallenta con maggior rischio di flebite e trombosi.
Il piede è anche un fondamentale terminale del cervello. La sua rete nervosa è notevole e fitta, informazioni e sensazioni termiche, tattili, vibratorie, spaziali e traumatiche giungono subito al cervello, generando la necessaria risposta.

TRAUMI

    1. Distorsione della caviglia
      Nello sport è tra i traumi più comuni, è dovuta a una torsione del piede verso l’interno (più frequentemente) o verso l’esterno. Sono possibili lesioni dei legamenti e fratture. Causa dolore e gonfiore, anche infarcimento emorragico. La maggior parte delle distorsioni è lieve. Se ripetuta può danneggiare “l’assetto della caviglia” predisponendola a future distorsioni, anche a seguito di sollecitazioni non traumatiche. La diagnosi è soprattutto clinica, radiografia, a volte RM, possono essere necessarie. Il trattamento prevede riposo, ghiaccio, compressione, scarico venoso. La mobilizzazione sarà precoce in caso di distorsioni lievi, saranno necessari immobilizzazione e/o atto chirurgico in caso di distorsioni moderate o gravi.
    2.  Frattura del calcagno
      La frattura del calcagno (Fig. 1) non è comune, è severa, è da trauma ad alta energia, per esempio in seguito ad una caduta dall’alto sui talloni, spesso si associano altre lesioni. Può portare a disabilità se non trattata subito e correttamente.
    3. Lesione di Lisfranc
      E’ una frattura e/o lussazione di una o più articolazioni tarso-metatarsali (Fig. 1). Solitamente dovuta ad una torsione del piede in flessione plantare. Sono presenti gonfiore e dolore, anche intenso, nella parte centrale del piede, a volte deformità ed ematoma. La diagnosi richiede radiografia, talora TC. In genere è necessario l’intervento chirurgico
    4.  Frattura del 5° osso metatarsale
      Sono due:
      – La frattura della diafisi (parte dell’osso compresa tra le sue due estremità) può essere dovuta a un trauma o può essere da stress. Si definisce “frattura da stress” quella dovuta a sollecitazioni ripetute o uso eccessivo. Le donne con fratture da stress possono avere osteoporosi.
      – La frattura della base (frattura del ballerino) è di solito causata da una forza distorsiva o è dovuta a schiacciamento.
      Il dolore è all’avampiede e può esservi gonfiore.
      La diagnosi di entrambi i tipi di frattura richiede Rx standard. Il trattamento prevede riposo, immobilizzazione, a volte atto chirurgico.
    5.  Fratture delle dita
      La gran parte di esse sono modestamente scomposte. Sintomi comuni dolore e gonfiore. La radiografia spesso non è necessaria. Il trattamento consiste nel fissaggio del dito leso a quello vicino con nastro adesivo ( compagno di nastro). In caso di frattura francamente scomposta bisogna ridurla prima del fissaggio, raramente necessario l’intervento chirurgico.
    6. Frattura della caviglia
      Sono frequenti, più spesso accadono nella corsa e nel salto. Interessano il malleolo mediale e/o il malleolo laterale. Se entrambi i malleoli sono fratturati spesso la caviglia è instabile. Il dolore e il gonfiore si hanno inizialmente nella zona della lesione, poi si estendono intorno a tutta la caviglia. La diagnosi richiede Rx e/o RM. Per il trattamento è importante la valutazione della stabilità della caviglia. Per le fratture stabili sono sufficienti stivale o gesso, per molte di quelle instabili è indicato l’intervento chirurgico.
    7. Rottura del tendine di Achille
      E’ frequente. Si verifica in genere durante la corsa o il salto in soggetti che presentano alterazioni degenerative del tendine dovute a microtraumi ripetuti da sport o lavoro. La sede della rottura è per lo più a 3-4 cm dall’inserzione al calcagno. Vi è dolore improvviso al polpaccio e incapacità funzionale. Alla palpazione può apprezzarsi la discontinuità del tendine, non se la rottura è parziale. Per la diagnosi viene fatta l’ecografia. Il trattamento prevede l’immobilizzazione con tutore, in alcuni casi riparazione chirurgica. Per la prevenzione utili esercizi di stretching.
    8. Rottura (epifisite) del calcagno
      I giovani, generalmente tra 9 e 14 anni, che svolgono attività atletica sono soggetti a rottura del calcagno (Fig. 1). Questa possibilità è dovuta al fatto che il naturale processo di ossificazione del calcagno è di solito completo solo entro i 15 anni di età. Il dolore al calcagno può essere importante e invalidante. Il trattamento prevede riposo , ghiaccio, uso di cuscinetti al tallone, a volte immobilizzazione con gesso. E’ corretto sospendere l’attività che ha indotto la lesione.

In traumatologia è indicata la mesoterapia. Limita, infatti, il dolore, riduce l’infiammazione e accelera il recupero.

Altro trattamento utile, ancora poco adottato, è il Taping Neuro Muscolare (NMT). Consiste nell’applicazione di un particolare nastro adesivo, chiamato “tape”, sulla cute integra in prossimità e/o corrispondenza della zona sofferente. Il tape ha un’azione biomeccanica terapeutica, apporta benefici all’apparato muscolo-scheletrico, sanguigno, linfatico, nervoso. Riduce il dolore, la tensione muscolare, la congestione sanguigna e linfatica, stabilizza l’articolazione. Si raccomanda che chi applica il tape sia persona qualificata.

16 gennaio 2023