Sclerosi multipla

Frequente in Nord America, rara in gran parte dell’ Asia, si stima coinvolga 2,5 milioni di persone al mondo. Inizia fra i 15 e i 50 anni, con un’ età media alla diagnosi di 30 anni. Le donne si ammalano con una frequenza 3 volte maggiore degli uomini.

La sclerosi multipla ( SM ) è malattia del sistema nervoso che coinvolge cervello, midollo spinale, nervi ottici.
All’esordio i disturbi più frequenti sono:

  • Parestesie ( sensazioni anormali ) agli arti, al tronco, al volto;
  • Perdita di forza o impaccio ad una mano o gamba;
  • Disturbi della vista;
  • Vertigini;
  • Disturbi dell’ umore.

sclerosi_multiplaIn fase iniziale la diagnosi richiede una valutazione accurata, si basa su aspetti clinici, RM o in alternativa TC, esame del LCR, potenziali evocati, esami del sangue necessari in particolare per distinguere la SM dalla Neuromielite ottica.

Il decorso è assai variabile e imprevedibile. Attualmente il modello interpretativo più condiviso considera la SM una malattia demielinizzante autoimmune. Si ritiene, cioè, che il sistema immunitario dell’organismo aggredisca per errore la mielina (sostanza che avvolge gli assoni, prolungamenti delle cellule nervose o neuroni). Il danno che ne deriva compromette la capacità dei neuroni di trasmettere gli impulsi nervosi. Cosa induca il sistema immunitario ad attuare questo attacco improprio non è noto. Si pensa a virus o batteri o agenti di altra natura che inducono le cellule immunitarie a “vedere“ la mielina come un elemento estraneo e nocivo, quindi da eliminare. Tuttavia quando si agisce sul sistema immunitario con terapie immunosoppressive importanti i risultati non soddisfano del tutto le aspettative. Per spiegare ciò si ipotizza:

  • o che il danno iniziale inneschi un meccanismo lesivo che si autoalimenta;
  • o che, nonostante le terapie, l’aggressione autoimmune continui ad un livello subclinico con esacerbazioni periodiche;
  • o che la SM sia in realtà una malattia degenerativa e che l’attacco autoimmune sia solo la sua conseguenza.

Il trattamento della SM è riservato ai centri di neurologia che si dedicano a tale malattia. Si basa sostanzialmente sull’impiego di corticosteroidi, immunomodulanti ( interferoni, Glatiramer acetato ), immunosoppressori e farmaci utili al controllo dei sintomi.

E’ consigliato l’esercizio fisico senza eccessi, da attuare in ambiente fresco e asciutto o in acqua a bassa temperatura (nuoto, stretching, cyclette, tapis roulant ). La condotta di vita sarà normale, programmandola, però, in modo da evitare carichi di lavoro eccessivi e affaticamento.

Bisogna non esporsi ad elevate temperature, abolire il fumo di sigaretta e tener presente che stress fisici, psichici e traumi influiscono negativamente sul decorso della malattia. Anche se non esistono prove certe sono ormai diversi gli studi che indicano la vitamina D utile a prevenire la SM o rallentare la sua progressione. Essa è sintetizzata nella pelle dalla luce solare e assunta con la dieta. La protezione solare e la pelle scura riducono la sua sintesi cutanea. Comune è un suo deficit tra gli anziani per carenze nutrizionali e scarsa esposizione alla luce naturale.

Considerando gli aspetti macro e microscopici delle lesioni prodotte dalla malattia è pensabile che possano essere di aiuto sostanze con azione vasoprotettiva e antinfiammatoria. Sulla base di questo la dieta dovrà prevedere un apporto adeguato di pesce (tranne il tonno) e verdure a foglia verde. Un’eventuale integrazione alimentare sarà decisa dal medico.

L’Omotossicologia considera la SM una malattia degenerativa e propone rimedi curativi. Vi è poi la possibilità di impiegare altri rimedi utili a contrastarne i sintomi. La mesoterapia, infine, ha caratteristiche tali da poter essere impiegata nella SM sia come metodo di cura sia per contrastare i disturbi una volta manifestatisi.

Tutto questo in osservanza di quella idea di medicina integrata che realizza davvero la possibilità di dare a chi ne ha necessità il meglio.

21 ottobre 2014