Sessualità e suoi aspetti

amore_psicheE’ certo e condiviso che fattori ambientali intervengano in varia misura nell’influenzare la sessualità dell’individuo. In primo luogo famiglia e società, ma anche cultura e religione e perfino condizioni economiche.
Sono più soggetti, per esempio, ad avere problemi di tipo sessuale coloro che da bambini hanno avuto un rapporto con i genitori caratterizzato da eccessivo distacco emotivo, assenza/carenza di manifestazioni di affetto, atteggiamento eccessivamente punitivo, seduzione, abuso sessuale.

OMOSESSUALITA’
Attualmente definita come una “variante naturale del comportamento umano”, consiste nell’attrazione sessuale verso individui dello stesso sesso. E’ ragionevole ritenere che sia compiutamente tale, solo se esclusiva. Non è omosessualità la bisessualità, l’omosessualità di situazione (nelle carceri, per esempio), quella occasionale, quella transitoria giovanile, che sembra essere più comune fra le ragazze, la prostituzione.
L’omosessualità in alcuni può indurre ansia e sensi di colpa, intervengono nel determinarli, senz’altro, l’essere guardati con sospetto e il rifiuto, più o meno esplicito da parte della famiglia e degli altri, atteggiamenti ancora piuttosto comuni.

IDENTITA’ DI GENERE E TRANSESSUALISMO

L’identità di genere (“sentirsi” compiutamente maschio o femmina) nella maggior parte degli individui combacia con il sesso anatomico. In alcuni questo non accade, esiste cioè un’identificazione con l’altro sesso (transessualismo).

Si ritiene che l’identità e il ruolo di genere possano essere influenzati da fattori esterni quali il tipo di rapporto che ciascun genitore ha con il bambino. E’ raro che il transessualismo si associ ad ambiguità dei genitali e ad anomalie genetiche (sindrome da insensibilità agli androgeni, sindrome di Turner, sindrome di Klinefelter) se il bambino non ha incertezze nella attribuzione del sesso e del ruolo attribuito.
La gran parte dei transessuali sviluppa problemi di identità di genere nell’infanzia. Uomini transessuali possono essere travestiti, ma anche sposarsi o arruolarsi come militari per esorcizzare il sentimento di appartenenza all’altro sesso. Quando l’identificazione con l’altro sesso non è conflittuale o non lo è più, non sono richiesti né opportuni particolari trattamenti.

PARAFILIE

Definiamo parafilie (para: “deviante”, filia: “attrazione”) quelle attività sessualmente eccitanti che soddisfano i seguenti requisiti: sono ricorrenti e intense; coinvolgono, per esempio, cose, bambini, adulti non consenzienti; comportano sofferenza o umiliazione di se stessi o del partner; creano disagio o interferiscono nella vita sociale e lavorativa.

Le parafilie sono nettamente più frequenti fra i maschi. Si può pensare che nel determinare tale diversità di distribuzione intervengano cause biologiche e/o che esse siano un risultato “sbagliato” del ruolo sociale del maschio. La differenza numerica fra i due sessi, peraltro, si riduce se si concorda con coloro che attribuiscono connotati parafiliaci a cleptomania, mania di fare acquisti, e perfino anoressia e bulimia che sono comportamenti tipicamente femminili. Le parafilie sono rare, le più comuni sono: voyeurismo, feticismo, esibizionismo, masochismo sessuale, sadismo sessuale, pedofilia.

TRATTAMENTO

In caso di omosessuali che vivono con significativo disagio la loro condizione può risultare utile un trattamento medico (supporto psicologico-terapia farmacologica) che li aiuti ad accettarsi e vivere in modo non conflittuale il loro stato. Dopo adeguata valutazione e preparazione transessuali fortemente motivati possono essere sottoposti a trattamento ormonale e riassegnazione chirurgica del sesso.
Il trattamento delle parafilie, alcune delle quali violano la legge e costituiscono reati sessuali, è difficoltoso o non desiderato. Remissioni e miglioramenti sono, comunque, possibili.

1 novembre 2016