TRANSESSUALI E OMOSESSUALI: UNA DIVERSA NORMALITÀ

TRASESSUALI

Nella gran parte degli individui vi è convergenza tra sesso (caratteristiche anatomiche e biologiche) e genere (ruolo esperito e assegnato alla nascita, bambina o bambino/femmina o maschio). Vi è nei transessuali incongruenza tra sesso e genere; sono transessuali gli individui che si identificano nel sesso opposto e desiderano attuare o hanno già attuato una transizione di genere (ruolo) e spesso una transizione somatica (sesso). La transizione somatica richiede terapia ormonale, eventualmente chirurgica.

Comunemente, tuttavia, indichiamo con il termine “transessuale” semplicemente chi non si identifica nel genere assegnato ed espresso.
Indichiamo, invece, con il termine disforia di genere il “sentimento di dissociazione tra genere e sesso” che comporta sofferenza e disagio. Più frequenti che nel resto della popolazione sono, infatti, le ideazioni e i tentativi di suicidio, i suicidi, la depressione, i disturbi d’ansia e del comportamento.
La disforia può esordire nell’infanzia, nell’adolescenza o nell’età adulta.

Quando questa si manifesta nell’infanzia (più spesso) i bambini:

  • hanno desiderio di appartenere al genere opposto o dicono di appartenere al genere opposto;
  • vogliono indossare abiti tipici del genere opposto;
  • preferiscono giocattoli, giochi, attività, ruoli che caratterizzano l’altro genere;
  • preferiscono compagni di gioco del genere opposto;
  • manifestano una certa avversione per la propria anatomia sessuale.

Non necessariamente questi comportamenti sono tutti contemporaneamente presenti.
Quando la disforia si manifesta nell’adolescenza somiglia a quella dell’infanzia o dell’adulto a secondo della fase dello sviluppo. Gli adolescenti manifestano inquietudine e preoccupazione per i cambiamenti sessuali che caratterizzano questa fase della crescita.
Quando la disforia si manifesta nell’età adulta le persone possono adottare comportamenti, abbigliamento e “atteggiamenti” del genere desiderato e più spesso vogliono liberarsi delle loro caratteristiche fisiche sessuali e assumere quelle dell’altro sesso.

Nella sua evoluzione, indipendentemente dal momento di esordio, la disforia può risolversi, cioè “il sentimento di dissociazione” si annulla e il transessuale si concilia con se stesso.
Nella quasi totalità dei casi i transessuali sono sessualmente attratti da individui del loro sesso. Alcuni possono vivere parzialmente la condizione desiderata (per esempio transessuali nati maschi possono sposarsi con donne nate femmine) o adottare un ruolo di genere che non si configura né maschile né femminile. È comune che la gente ritenga, sbagliando, i transessuali omosessuali. In realtà il transessuale nato maschio realizza e vive il suo rapporto con il partner come donna. Il transessuale nato femmina realizza e vive il suo rapporto con il partner come uomo.

In presenza di psicopatologie può essere necessario psicoterapia e trattamento farmacologico.
Prudenza, valutazione accorta e informazione chiara sugli obiettivi realizzabili dovranno essere adottati dai medici per chi chiede la transizione somatica chirurgica. Può accadere, infatti, che alcuni, non soddisfatti dei risultati ottenuti, vadano incontro a grave depressione o si suicidano.
Un aspetto su cui riflettere è che chi vive in un contesto sociale e famigliare accettante solitamente non chiede la transizione somatica chirurgica.

OMOSESSUALI

Sono tali le persone sessualmente attratte da individui dello stesso sesso.
Si stima che almeno il 5% della popolazione globale sia omosessuale. Non è omosessualità quella occasionale o facoltativa che riguarda uomini e donne che convivono per lunghi periodi con individui dello stesso sesso (nelle carceri, a bordo di navi). Non è omosessualità neanche quella transitoria piuttosto comune nella adolescenza, che coinvolge di più le ragazze.

Alcuni uomini e donne omosessuali contraggono matrimoni eterosessuali, ma questi risultano fortemente instabili. Le donne omosessuali (lesbiche) sono più capaci degli uomini di stabilire relazioni a due stabili e durature e hanno rapporti casuali in numero minore rispetto agli uomini omosessuali (gay). Non è infrequente riscontrare che alcuni omosessuali hanno vissuto un rapporto relazionale molto stretto con il genitore del sesso opposto e una carente identificazione con il genitore dello stesso sesso. Non vi sono, tuttavia, elementi sufficienti a conferma di tale fatto quale elemento almeno favorente l’insorgenza della omosessualità.

Il supporto psicologico e farmacologico può essere necessario in alcuni per mitigare le difficoltà causate da problemi relazionali, di lavoro e di accettazione della loro condizione.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

È sufficiente percorrere la storia dell’uomo, dalle origini ad oggi, per affermare senza dubbio alcuno che non esiste un’idea universale di normalità. Nel mondo, comunque, la “normalità” è ancora oggi abbastanza modellata su idee classiste, razziste, omofobiche, trans-fobiche e misogine che appartengono al maschio bianco, occidentale, eterosessuale, solitamente benestante, istruito, religioso.
Con molta fatica l’uomo si sta liberando di questo modello, non sembra, però, aiutare sufficientemente neanche il fatto che la medicina da tempo afferma che transessualismo e omosessualità non sono scelte e neanche malattie.

In natura omosessualità e transessualismo sono diffusamente presenti, insieme ad altri comportamenti sessuali, a volte davvero singolari. Si può giungere a dedurre che l’espressività della sessualità sia correlata all’economia e alla utilità evolutiva. Questo tratto evolutivo nell’uomo persiste, anche se non più necessario.
Si nota, infine, che le giovani generazioni sono inclusive, cioè non hanno difficoltà alcuna ad accettare il “diverso” e non solo nell’ambito del sesso e del genere.

10 maggio 2023