Vaccini ad mRNA: luci ed ombre

I vaccini di Moderna e Pfizer-BioNtech (fig. 1) impiegano un mRNA modificato.
L’mRNA contiene il codice necessario alle nostre cellule (fig.2) per produrre lo Spike. Lo Spike è quella parte del SARS-CoV2 che il virus usa per agganciarsi, entrare nelle cellule e infettarle. Particelle lipidiche avvolgono e contengono l’mRNA del vaccino, un polietilenglicole o PEG è attaccato ad alcune di queste frazioni lipidiche. PEG e lipidi servono al trasporto dell’mRNA all’interno delle cellule.
Lo Spike, una volta sintetizzato dalle cellule muscolari vicine o comunque prossime al sito d’iniezione, si dispone sulla loro superficie e, riconosciuto come estraneo, attiva la risposta immunitaria di tipo prevalentemente acquisita. Nella sede di inoculo è costante una infiammazione che può dare febbre, tensione e dolore muscolare, nella risposta immunitaria vengono coinvolte, con espressività variabile, le stazioni linfatiche (linfonodi) prossime al punto di somministrazione.
Una quantità di Spike, sembra l’1%, non resta in sede, ma raggiunge il sangue; in modeste quantità anche il vaccino è rintracciabile nel sangue; entrambi non dovrebbero indurre problemi, almeno così si ritiene.

Non vede solo chi non vuole che sono in ascesa contagi, malattia e morti da CoV2 nonostante i vaccini, vaccini ad mRNA che danno una protezione breve e calante e non evitano il contagio. Eppure, con una perseveranza che altrimenti indirizzata potrebbe giovare molto, si continua ancora a contare troppo sui vaccini, a penalizzare drammaticamente e impropriamente i non vaccinati e ad adottare provvedimenti risibili.

I vaccini ad mRNA, diversi da quelli fino ad ora impiegati, poco studiati e poco sperimentati sono diventati per un evento grave ed improvviso i protagonisti di una formidabile somministrazione di massa.
Sono diversi perché entrano nella cellula, il tempio della vita, e la programmano affinché produca lo Spike. Molto improbabile che avvenga, ma in presenza di condizioni favorevoli se il vaccino modificasse la normalità anche di una sola cellula, in seguito alla moltiplicazione di questa, si avrebbero generazioni di cellule modificate. Conseguenze possibili, non nell’immediato, sono per esempio le malattie autoimmuni. Organismi in rapida moltiplicazione cellulare, quali quelli dei bambini e dei ragazzi, ne avrebbero il maggior danno.

Si dice che “ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata”. Vero, a ben vedere questo vaccino si comporta come un virus. Anche il virus, infatti, come il vaccino entra nella cellula e la programma affinché si formino altri virus. Nel caso del virus si giunge alla morte della cellula oppure il virus entra in simbiosi con la cellula stessa o induce mutazioni cellulari (virus oncogeni).

La miocardite da vaccino ad mRNA è una realtà indiscussa. Definita benigna e rara può tuttavia aversi anche senza sintomi e quindi non essere individuata. Sue complicanze possibili, anche a distanza di tempo, sono aritmie, miocardiopatia dilatativa e le cosiddette “morti improvvise”.

Per ingannare il sistema immunitario e non essere neutralizzato l’mRNA del vaccino è stato modificato, non si può escludere del tutto che lo sia anche lo Spike prodotto. Lo Spike modificato potrebbe giustificare la breve e calante risposta immunitaria dell’organismo che rende necessario richiami vaccinali in tempi brevi. Certamente l’mRNA modificato, in virtù della sua ridotta visibilità, può facilmente attraverso il sangue raggiungere organi e tessuti.

Si riduce il divario tra pazienti ricoverati per SARS- CoV2 vaccinati e non vaccinati. Notiamo che gli eventi avversi da vaccino sono più comuni nel sesso femminile, quelli da virus nel sesso maschile.
La variante CoV2 Omicron, velocissima nel diffondersi, si accinge, sembra, a sostituire la Delta, ora prevalente. Alcuni studi ci dicono che la nuova variante è resistente agli attuali vaccini ad mRNA. Questi vaccini, infatti, sembrano attivare verso la Omicron solo l’immunità cellulare specifica (linfociti T) e non quella anticorpale, con una efficacia protettiva stimata intorno al 50%.
La variante Omicron, relativamente benigna, potrebbe portarci fuori dalla pandemia, almeno dalla sua fase acuta, grazie alla sua alta contagiosità, infatti, si potrebbe giungere alla agognata immunità di gregge.
Comunque una concreta e consolante certezza fortunatamente c’è: ancora una volta, purtroppo la terza, con la primavera si avrà un significativo cedimento della pandemia.

9 gennaio 2022