Il vaccino dei poveri

La vita è breve, l’arte medica incerta, l’occasione istantanea, l’esperimento malcerto, il giudizio difficile

Ippocrate

Viviamo la pandemia da SARS-CoV2 ormai straniti e disinformati non per scelta, divisi in no-green pass, no-vax, vaccinati e non vaccinati.

Tra i non vaccinati, che per lavoro o studio devono fare tamponi periodici, i contagiati risultano rari. È un dato scientificamente interessante poiché si tratta di un gruppo di individui con caratteristiche comuni che si sottopone a frequenti e regolari controlli. Hanno meno attendibilità scientifica i dati che riguardano la popolazione complessiva. Considerando un arco di 30 giorni, al 17.10.2021 si contano 78.132 contagi noti di cui 1.377 tra gli operatori sanitari soggetti ad obbligo vaccinale.
In Gran Bretagna che, come è noto, ha precocemente e molto vaccinato, i contagi e i decessi sono in ascesa, così in altri paesi della comunità europea, come Francia e Belgio.

Alcune nozioni si rendono ancora necessarie se un ministro della Repubblica ci informa che nelle classi dove gli studenti sono tutti vaccinati non sono necessarie le mascherine.
Sembra quasi irreale che ancora molti credano che chi è vaccinato non si contagi e quindi non contagia.

Quando affermiamo che l’80% o più della popolazione è vaccinata diamo una informazione corretta, ma se si considera il numero di immunizzati certi la percentuale scende in misura non quantificabile, ma significativa perché:

  • l’immunità data dai vaccini ad mRNA è del tipo “calante”, a 5-6 mesi dalla fine del ciclo vaccinale la loro efficacia è già al 40% o giù di lì;
  • le vaccinazioni sono scaglionate nel tempo, pertanto succede che chi è stato immunizzato prima non lo è già più o lo è di meno di chi lo segue.

In altre parole vi è costantemente un numero di persone che consideriamo e si considerano protette dal  vaccino, ma di fatto non lo sono. Da qui la necessità dei richiami vaccinali.

In Gran Bretagna, nonostante i recenti infelici accadimenti, non sono al momento adottate misure di contenimento. Non è del tutto irrazionale se lo scopo è quello di promuovere l’immunità naturale.
L’immunità naturale è democratica, protegge sia i ricchi, sia i poveri. Nei paesi poveri è l’unica possibile, è il vaccino dei poveri.
L’immunità naturale è la migliore possibile, ma può “costare” in malattia e decessi.

In conclusione, come altre volte scritto, contare molto o solo sui vaccini è sbagliato.
È corretto che i modi di protezione soprattutto collettivi, imprudentemente troppo allentati nel periodo estivo, vengano in giusta misura riconsiderati, ora che il virus può contare sul suo migliore alleato: la stagione fredda.

24 ottobre 2021