ALLERGIE E MALATTIE ATOPICHE

“Fortunato colui che ha potuto conoscere le cause delle cose”

Publio Virgilio Marone

Sono il risultato di reazioni improprie del Sistema Immunitario (SI) verso fattori esterni. Di seguito:

  • Rinite allergica
  • Anafilassi
  • Angioedema
  • Allergie alimentari
  • Allergie da farmaci
  • Celiachia
  • Malattie atopiche
  • Orticaria

RINITE ALLERGICA
Il naso è molto spesso interessato da allergie. Solitamente la sensibilizzazione è diretta (inalazione), meno frequentemente indiretta (alimentare, parenterale). La parola “allergia” deriva dal greco e significa “risposta modificata”; sono “allergeni” le sostanze che inducono allergia.
È più comune nel sesso maschile e nell’età infantile e giovanile. Distinguiamo una rinite periodica o stagionale o da fieno e una rinite aperiodica o perenne, presente in tutto l’arco dell’anno. Quella stagionale è per lo più indotta da inalanti vegetali (pollini di albero in primavera, di graminacee in estate, di erbe in autunno). Quella perenne è per lo più indotta da inalanti domestici (escrementi di acari, forfora di animali), può anche aversi per reattività a pollini presenti nelle diverse stagioni.
I sintomi tipicamente sono:

  • prurito, bruciore locale;
  • congiuntivite;
  • rinoidrorrea (secreto prevalentemente acquoso nasale);
  • starnuti;
  • ostruzione nasale.

Può aversi cefalea frontale, segno di sinusite, tosse e “sibili” alla respirazione specie in soggetti affetti da asma. Nella rinite perenne l’ostruzione nasale prevale nettamente. La rinite allergica va distinta da quella non allergica dovuta a fumo, aria condizionata, cambi di temperatura, stress, disordini e cambiamenti ormonali, cibi caldi o speziati, può, inoltre, seguire un raffreddore (post infettiva).
La diagnosi è solitamente agevole, in particolare se stagionale. I test cutanei e/o i dosaggi delle IgE allergene-specifiche possono rendersi necessari.
Il trattamento prevede l’impiego di antistaminici, cortisone, cromoglicato, soluzioni saline per irrigazione. I decongestionanti nasali possono indurre una rinite medicamentosa, pertanto non devono essere impiegati per un periodo superiore a 4 giorni.
La desensibilizzazione è indicata se la sintomatologia è grave e/o resistente alla terapia o se l’allergene non può essere evitato (lavoro). Per quanto possibile bisogna rimuovere o evitare i fattori scatenanti (pulire casa spesso, non tenere animali domestici, tappezzeria, peluche, tappeti, lavare spesso con acqua calda federe, lenzuola, coperte).

ANAFILASSI
Importante reazione allergica, mediata dalle immunoglobuline o anticorpi IgE, che può portare alla morte. Si parla di reazione anafilattoide se non sono coinvolte le IgE, sono causa di reazione anafilattoide i mezzi di contrasto iodato, gli oppiacei, l’aspirina, i FANS. I sintomi sono quelli dell’anafilassi.
Sono all’origine dell’anafilassi cibi (uova e latte nei bambini; frutta, nocciole, noccioline, mandorle e crostacei negli adulti), farmaci (penicillina, FANS, aspirina), punture di api, vespe, calabroni. Spesso il paziente ha una storia di allergia, la condizione atopica non aumenta la possibilità di anafilassi, ma aumenta il rischio di morte in caso di anafilassi. Le minacce per la vita sono l’insufficienza respiratoria (grave broncospasmo e angioedema delle vie respiratorie alte) e il collasso cardiocircolatorio o shock (ipotensione severa da vasodilatazione). I sintomi si presentano entro 15 minuti dall’esposizione al fattore scatenante, è possibile che l’evento si manifesti anche a distanza dall’esposizione (4/8 ore o più), in questa eventualità la condizione solitamente è benigna. Oltre all’apparato respiratorio e cardiocircolatorio possono essere coinvolti cute (rossore-orticaria) e addome (nausea-vomito-diarrea-coliche).
Il rischio di progressione pericolosa della patologia non consiglia valutazioni diverse da quelle obiettive e anamnestiche. Se compaiono segni di problemi respiratori il trattamento comporta l’impiego di adrenalina per via sottocutanea o intramuscolo (sulla coscia), anche endovena. La prevenzione comporta l’evitazione delle condizioni allergiche conosciute, è consigliabile la desensibilizzazione se gli allergeni non possono essere evitati. Coloro che hanno avuto reazioni a mezzi di contrasto radiopachi non devono farli più, se è assolutamente necessario il paziente va preparato con farmaci, tuttavia questo approccio mantiene un certo margine di rischio. Il paziente che ha avuto già anafilassi deve avere costantemente con sé certificazione, una siringa di adrenalina e antistaminici orali.

ANGIOEDEMA
Si presenta come gonfiore dei tessuti sottocutanei da aumentata permeabilità vascolare. Può essere:
acuto (spesso coesiste orticaria, i farmaci ACE-Inibitori sono responsabili di circa il 30% dei casi che vengono visti in P.S.), cronico (generalmente la causa rimane sconosciuta, a volte si riscontrano quali fattori efficienti medicinali anche da banco, integratori, conservanti, alimenti), ereditario (carenza o disfunzionalità di C1 inibitore, spesso nell’infanzia e nell’adolescenza), acquisito (deficit di C1 inibitore da tumori, gammopatie monoclonali, malattie autoimmuni, in età adulta o avanzata).
Il gonfiore (edema) interessa viso, labbra, lingua, dorso di mani e piedi, genitali. L’edema dell’intestino induce nausea, vomito, diarrea, coliche; quello delle vie aeree superiori costituisce un’emergenza poiché può giungere ad ostruirle completamente, si ha importante difficoltà respiratoria e “stridore”. La valutazione obiettiva è sufficiente per la diagnosi, dal punto di vista del trattamento ha priorità assoluta assicurarsi la pervietà delle vie aeree superiori (adrenalina- intubazione endotracheale). In caso di angioedema ereditario e acquisito il trattamento prevede la somministrazione di C1 inibitore umano purificato, farmaci specifici o plasma fresco.

ALLERGIE ALIMENTARI
Risposta impropria del SI ad alimenti. Non bisogna confonderle con le intolleranze, come il colon irritabile, la “sensibilità” al lattosio o all’alcol, perché in queste non è coinvolto il SI. Si stima un’incidenza non superiore al 3%. Nei neonati e bambini piccoli sono spesso in causa latte-uova-soia-arachidi-grano, nei bambini più grandi e adulti noci e frutti di mare. Sono possibili reazioni crociate, cioè allergeni non alimentari possono favorire la comparsa di allergie alimentari e viceversa.
Prevalgono i disturbi gastroenterici, è da sospettare un’allergia alimentare nei soggetti che hanno dolorabilità addominale persistente e “crisi” di crampi, nausea, vomito, diarrea a distanza variabile dal pasto. In età pediatrica tendono a prevalere dermatite (specie nei neonati e bambini piccoli) e sintomi respiratori (asma, rinite). Sono possibili anafilassi, angioedema e orticaria severa. Singolare è il riscontro di anafilassi in soggetti che svolgono attività fisica dopo il pasto. Singolare è anche il manifestarsi dell’allergia con vertigini e sincope.
La diagnosi si avvale del test per le IgE sieriche allergene-specifiche e del test cutaneo. Da tener presente che sono possibili falsi positivi o falsi negativi. Il trattamento comporta l’evitazione del cibo che innesca il problema (dieta di eliminazione), il cromoglicato orale può giovare. I cortisonici hanno utilità solo nella rara gastroenteropatia eosinofila. Da notare che le allergie alimentari, non solo queste, possono risolversi nel tempo spontaneamente.

ALLERGIE DA FARMACI
Ogni volta che si prescrive un farmaco bisogna pensare alla possibilità di una reazione allergica, non vanno dimenticati integratori, fitoterapici, “prodotti naturali” in genere. I farmaci più frequentemente in causa sono gli antibiotici, i FANS, gli antiepilettici. Compare a minuti o a ore dall’ assunzione, ma può aversi anche a giorni di distanza. Le manifestazioni più comuni sono cutanee (esantema o orticaria), è comune anche il riscontro di febbre. Sono possibili rinite e disturbi gastrointestinali, anafilassi e angioedema. Farmaci per impiego cutaneo o topico (antistaminici-antibiotici-cortisonici) possono indurre una dermatite allergica da contatto. Si ha a livello della pelle prurito, eritema, vescicole, ulcerazioni. Altre cause possibili sono i cosmetici, i profumi, i coloranti, il lattice, le piante.
Alcune condizioni distinte sono la malattia da siero (a 7-10 giorni dalla esposizione, comporta febbre, dolori articolari, eritema), l’anemia emolitica, la DRESS (reazione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici quali epatite, esantema, edema generalizzato), la nefrite, la malattia allergica polmonare (compromissione prevalente e severa a carico dei polmoni), la sindrome allergica autoimmune simile (solitamente come il LES). La diagnosi si avvale di anamnesi, test cutanei, test di provocazione. I soggetti con allergia a farmaci devono evitare il farmaco e ricordarlo. Il trattamento è sintomatico (cortisone, antistaminici, adrenalina). La cosiddetta desensibilizzazione rapida può rendersi necessaria se un farmaco è indispensabile, essa ha durata temporanea e non deve essere effettuata in soggetti con la sindrome di Stevens-Johnson. Di regola l’allergia tende ad attenuarsi con il tempo.

CELIACHIA
Alcuni ritengono la celiachia o malattia celiaca una malattia autoimmune (vedi: Malattie autoimmuni), non lo è perché per attivarsi e persistere è necessaria l’ingestione del glutine, proteina presente nel grano-segala-orzo-avena. Possiamo piuttosto definirla una allergia al glutine che colpisce soggetti geneticamente predisposti e comporta danni a carico della mucosa del piccolo intestino. È molto comune in Europa, in particolare in Italia e Irlanda, si stima, infatti, un’incidenza di 1:100-150 abitanti. Può manifestarsi in qualsiasi momento della vita. La clinica è la più varia: da soggetti poco sintomatici o con deficit nutrizionali o con sintomi generici (apatia, debolezza, scarso appetito, difficoltà di crescita) a soggetti con severi disturbi gastrointestinali. Bisogna considerare sempre la possibilità di celiachia in chi ha carenza di ferro non altrimenti spiegabile. La diagnosi di certezza richiede la ricerca degli anticorpi specifici e la biopsia duodenale. Il trattamento consiste nell’adottare una dieta senza glutine bilanciata per evitare carenze nutrizionali.

MALATTIE ATOPICHE
L’atopia (parola di origine greca che vuol dire “senza luogo”, “straniero”) è la predisposizione su base familiare ad avere reazioni immunitarie sbagliate a stimoli vari, anche di lieve entità. Gli individui con atopia presentano un deficit di barriera a livello di cute e mucose che inducono il SI a rispondere alle più varie e minime sollecitazioni in assenza di chiare e definite allergie. Gli anticorpi IgE sono coinvolti, non specifici di questa patologia sono tuttavia un parametro utile di valutazione e decorso.
Non necessariamente l’atopia induce malattie atopiche la più nota delle quali è la dermatite atopica (vedi: Dermatite atopica), altre sono l’asma, la rinite, la congiuntivite, quella intestinale.
In particolare nella dermatite atopica l’immunoterapia sembra oggi costituire un’opportunità di controllo della malattia (non di guarigione) da considerare.

ORTICARIA
Non
è una malattia a sé, ma piuttosto un sintomo, che può presentarsi in numerose e varie condizioni. Lesioni tipiche sono i pomfi, alterazioni cutanee più o meno rilevate, rosee, più chiare al centro, policicliche, a contorni netti. Intenso è il prurito.
Quella acuta, nettamente prevalente (70%), si risolve in meno di 6 settimane, quella cronica persiste oltre le 6 settimane, può anche durare più mesi o anni, risolvendosi infine senza che si riesca spesso ad individuarne la causa (forme idiopatiche). L’orticaria acuta quasi sempre è dovuta all’esposizione a farmaci e additivi, ad alimenti e relativi additivi, a infezioni, parassitosi, stimoli emotivi o fisici. L’orticaria cronica riconosce una forma idiopatica, più comune, o può aversi in caso di malattie autoimmuni, cancro, malattie endocrine, stimoli emotivi o fisici, farmaci.
La cosiddetta orticaria pigmentosa si presenta nella mastocitosi, malattia caratterizzata dall’infiltrazione cutanea e/o sistemica di mastociti o mastcellule. La mastocitosi cutanea interessa solitamente i bambini e tende a risolversi spontaneamente, quella sistemica interessa solitamente gli adulti, può esservi anemia, dolori addominali, facilità agli arrossamenti e cefalea, oltre che orticaria.
Essendo un sintomo l’orticaria va sempre attentamente indagata. Casi insoliti, ricorrenti, persistenti, di incerta interpretazione o con sintomi sistemici impongono valutazioni aggiuntive.

3 maggio 2024