Definiamo malnutrizione la mancanza o l’eccesso di nutrienti, un loro sbilanciamento o un compromesso utilizzo. In questo scritto consideriamo sindrome metabolica, obesità, iponutrizione.
Sindrome metabolica
Nei paesi sviluppati è comune, soprattutto sopra i 50 anni di età, ma può aversi anche nei bambini e negli adolescenti. L’obesità può indurla, ma può aversi anche per stili di vita scorretti, quali eccessiva sedentarietà o alimentazione non equilibrata, piuttosto che eccedente, può essere favorita da fattori genetici. Tipicamente vi è un eccesso di grasso addominale (giro vita aumentato), in particolare è severa quando il rapporto giro vita-fianchi è elevato. Si ha, non tutti necessariamente presenti, accumulo lipidico nel fegato e nei muscoli, glicemia tendenzialmente alta, aumento dell’acido urico, stato pro-trombotico, propensione alla pressione alta, trigliceridi alti, riduzione dei valori della colesterolemia HDL.
La sindrome metabolica si associa ad un significativo aumento di eventi avversi cardio-coronarici e cerebrovascolari, inoltre ovaio policistico, basso testosterone, disfunzione erettile o entrambi.
Il trattamento prevede una dieta sana e attività fisica (aerobica-allenamento della forza), modificazione degli stili di vita insalubri (fumo, alcol), eventualmente farmaci. Poiché vi è un certo accordo sul fatto che bassi livelli di vitamine B6-B12 e folato aumentano il rischio della sindrome potrebbe essere indicato valutare se il loro apporto sia corretto.
Obesità
È situazione morbosa caratterizzata dall’eccedenza del peso corporeo per abnorme aumento del tessuto adiposo da apporto eccessivo, solitamente di lunga durata, di calorie (quanto e cosa si mangia) rispetto al dovuto. Numerose, gravi le problematiche associate (vedi: Comportamenti alimentari impropri).
L’obesità ginoide, tipica delle donne, è caratterizzata da un maggior deposito adiposo nel settore pelvico (addome basso, glutei, radici arti inferiori). L’obesità androide prevale nei maschi ed è caratterizzata da un maggior deposito adiposo a livello di addome alto, spalle, collo. Si configura con fogge diverse l’obesità intermedia in cui la distribuzione adiposa ha in varia misura carattere sia ginoide che androide.
DIAGNOSI
- Contesto psicofisico: componente eredo-famigliare, scostamento dai parametri fisici normali (IMC, giro vita, spessore pliche cutanee), atteggiamento emotivo nei confronti del problema.
- Abitudini alimentari (tipo-numero-orari pasti).
- Lavoro, attività fisica e intellettiva.
- Esami ematochimici.
- Altre valutazioni necessarie.
TERAPIA
Sta nella riduzione dell’apporto calorico alimentare e nell’ aumento del dispendio energetico (attività fisica). Una dieta ipocalorica corretta non deve intaccare l’assunzione delle proteine, ma solo quella di glucidi e lipidi, mantenendo le aliquote di vitamine e minerali. In casi selezionati e sotto stretto controllo possono essere dati farmaci quali orlistat (riduce l’assorbimento dei grassi), naltrexone-bupropione (azione sui centri nervosi che regolano l’appetito), liraglutide (antidiabetico) e semaglutide, antidiabetico che può realizzare una perdita del 20% del peso, efficace finché si assume, inoltre espone a rischi ed effetti collaterali. La chirurgia bariatrica ha precise indicazioni e deve essere riservata ai casi più gravi.
Nei bambini un obiettivo ragionevole (salvo situazioni particolari) è quello di prevenire un ulteriore aumento di peso, piuttosto che perdere peso. È più efficace un incremento delle attività comuni e del gioco, piuttosto che programmi organizzati di attività fisica. È opportuno, inoltre, limitare le azioni di carattere sedentario quali guardare la TV, usare il PC e i dispositivi palmari, famiglia e scuola hanno un ruolo importante, anche nella prevenzione. È normale che alla pubertà/adolescenza l’assunzione di cibo aumenti, le calorie in più sono usate nei ragazzi per incrementare la massa magra, nelle ragazze quella grassa.
Negli anziani può essere necessario un apporto calorico ridotto, ma ben bilanciato. Tuttavia il maggior giovamento si ha con il movimento, esercizi di potenziamento e resistenza, compatibilmente con le condizioni generali, sono indicati.
Iponutrizione
È ancora di discreta validità nell’anziano l’IMC, più utili il giro vita, il rapporto giro vita-fianchi, la circonferenza al punto medio del braccio, la misura delle pliche cutanee, le valutazioni ematochimiche (albumina) e quelle funzionali (forza). Già a partire dai 40 anni di età molto lentamente e progressivamente si ha un decremento della massa magra o sarcopenia. La perdita di muscolo, infine, può giungere a circa 10Kg negli uomini e a circa 5Kg nelle donne.
La sarcopenia riconosce come cause abituali la diminuita assunzione di cibo (soprattutto negli uomini), il ridotto movimento, l’aumento di alcune citochine, la diminuzione dell’ormone della crescita e del fattore di crescita meccanico, la riduzione degli ormoni androgeni (nell’uomo). La diminuita assunzione di cibo può essere favorita da compromissione del gusto e dell’olfatto, dalla depressione (frequentemente), dalla demenza, dalla cattiva condizione dei denti, dalla povertà, dalla incapacità di comprare o prepararsi il cibo, dalla difficoltà di deglutizione, dalla solitudine. A volte compromettono l’alimentazione il manifestarsi di anoressia nervosa (anoressia tardiva degli anziani), paranoie o fissazioni.
Oltre che nella vecchiaia l’iponutrizione si può avere in diverse malattie e condizioni. I lattanti e i bambini sono predisposti all’iponutrizione a causa della loro alta richiesta energetica e di nutrienti essenziali. Nella pubertà/adolescenza il fabbisogno nutrizionale accelera perché accelera la velocità di crescita. Nella gravidanza e allattamento al seno il fabbisogno della donna di sostanze nutritive aumenta, l’anemia, dovuta alla carenza di ferro e di folato, è frequente, frequente anche la carenza di vitamina D. La carenza di Fe e anche dell’aminoacido lisina può verificarsi in ovo-latto vegetariani, i vegani possono sviluppare una carenza di vitamina B12, Ca, Fe, zinco, proteine. Alcune diete di moda determinano carenze di vitamine, minerali, proteine, si è riscontrato in coloro che seguono tali diete un incremento di malattie cardiache, renali, metaboliche e talvolta la morte.
La malnutrizione proteico-energetica o denutrizione proteico-energetica è dovuta ad un deficit di macronutrienti (carboidrati, grassi, proteine, macrominerali) e di micronutrienti (vitamine, microminerali). Nei paesi in via di sviluppo colpisce i bambini, nei paesi sviluppati si ha tra gli anziani ricoverati o ospiti di strutture di riposo. Nei bambini dei paesi in via di sviluppo il marasma è la forma più diffusa, meno comune il kwashiorkor che è presente in zone specifiche quali Caraibi, isole del Pacifico e Africa rurale. La totale mancanza di nutrienti realizza l’inedia che si ha quando il cibo è del tutto non disponibile, in caso per esempio di carestie o in zone desertiche, si ha anche quando il cibo è disponibile come nella anoressia nervosa di cui si può morire.
I sintomi della malnutrizione proteico-energetica sono espressione della gravità e durata della condizione. La perdita di grasso e muscolo è costante, la cute diventa sottile e pallida, i capelli sono secchi e radi. La persona è apatica, irritabile, debole, la diarrea è frequente, nelle donne si ha amenorrea e in entrambi i sessi perdita della libido. Si possono avere edema, anemia severa, insufficienza epatica, renale, cardiaca. Nel marasma il bambino ha fame, perde peso, non cresce, muscolo e grasso sono praticamente assenti. Nel kwashiorkor vi è edema periferico, tipicamente l’addome sporge, l’intestino è disteso, il fegato è grosso e vi è ascite. L’inedia porta a morte in 8-10 settimane. La diagnosi di malnutrizione proteico-energetica è possibile già all’ispezione. Le misure antropometriche sono comunque opportune, come gli esami di laboratorio, in particolare se la storia alimentare non convince (abusi, anoressia nervosa, anziani in case di riposo). Nei bambini la mortalità può giungere al 40%, negli adulti induce malattie e mortalità (la progressiva perdita di peso nelle persone ospiti di case di riposo aumenta significativamente il tasso di mortalità). Solitamente, se la condizione non è troppo avanti, il trattamento è efficace. Quando possibile è da preferire l’alimentazione per bocca.
La carenza dell’aminoacido carnitina, indispensabile nella programmazione cellulare a fini energetici, è solitamente dovuta ad un apporto inadeguato (diete di moda). Il deficit può indurre miopatia (dolore muscolare, affaticamento, sofferenza cardiaca) e ipoglicemia. Può presentarsi nei neonati. Il trattamento consiste nell’integrazione di carnitina nella dieta. La carnitina è ottenuta dai cibi di origine animale e in parte da sintesi endogena. La carenza di folato è frequente, comunemente dovuta ad apporto insufficiente o aumento del fabbisogno (gravidanza, allattamento). La cottura prolungata distrugge il folato, le verdure crude costituiscono la migliore fonte. La carenza di vitamina A può essere dovuta a dieta incongrua, è endemica in Asia dove l’alimentazione base è il riso. Il ridotto adattamento degli occhi alla oscurità è sintomo precoce di carenza. La dieta deve comprendere verdure a foglia verde scuro, frutta di colori vivaci (arance), carote e vegetali gialli. È possibile un’intossicazione da eccessivo apporto di vitamina A (integratori, diete incongrue), i sintomi sono occhi e pelle secchi, cute di colorito giallo nel caso di una smodata assunzione di carote, dolori articolari, cefalea. La carenza di vitamina D è comune e deriva da una esposizione insufficiente alla luce naturale e da un apporto alimentare insufficiente (solitamente entrambi), è causa di dolori muscolari, dolori ossei, debolezza. Si può avere un’intossicazione da vitamina D (assunzione eccessiva, spesso come integratori), si deve sospettare in presenza di sintomi da ipercalcemia (scarso appetito, nausea e vomito, debolezza, prurito). Dal punto di vista alimentare la vitamina D si trova soltanto in cibi di origine animale, pesce e uova soprattutto.
CONCLUSIONE
Notiamo che si può morire per fame o per diete di moda. Questo fa riflettere sul rapporto della società moderna benestante con il cibo. È un rapporto incoerente, generato dall’essere società del superfluo, in balia di una informazione interessata e fuorviante. La buona alimentazione è e dovrebbe essere semplicemente atto piacevole e sapiente (vedi: Nutrizione attiva).